Le carte: i retroscena
Livorno, ponte sullo Scolmatore: iniziata la fase della progettazione esecutiva
Il segretario generale dell’Adsp del Mar Tirreno Settentrionale spiega l’importanza che avrà la realizzazione dell’opera: tempi e ipotesi
LIVORNO. Un’opera essenziale che farà superare definitivamente le criticità di accesso all’attuale Darsena Toscana. Non usa giri di parole, il Segretario Generale dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Matteo Paroli, per definire l’importanza del ponte sullo scolmatore, per il quale è partito l’iter relativo alla progettazione esecutiva, con i vertici dell’ente che contano di poter dare il via ai lavori nell’arco di un paio di anni.
Le parole
«Adesso – spiega Paroli – l’area è praticamente un’isola, separata dalla terraferma da tre ponti, due stradali e uno ferroviario, aperti più volte al giorno per poter consentire l’accesso ai mezzi navali. Quando i tre ponti sono aperti il Terminal Darsena Toscana è isolato dai collegamenti terrestri e ciò rappresenta un danno per il movimento delle merci e i collegamenti coi traghetti delle banchine interessate. Ma il ponte sullo scolmatore sarà importante anche in termini di sicurezza, perché quell’apri e chiudi degli attuali ponti rende difficile in termini di tempo l’accesso di mezzi di soccorso. Finora abbiamo supplito e continueremo a supplire tenendo un presidio con un’ambulanza all’interno della Darsena toscana. Poi, in prospettiva della partenza della Darsena Europa, la densità dei lavoratori e delle merci saranno raddoppiati se non oltre. Tutto questo può spiegare l’importanza fondamentale che ha il ponte sullo scolmatore».
I motivi
«Anche per questi motivi – aggiunge il Segretario Generale dell’Adsp del Mar Tirreno Settentrionale – stiamo spingendo perché il nuovo ponte abbia una conformazione idonea e perché sia realizzato nei tempi più rapidi possibili. La speranza è che la progettazione esecutiva possa essere pronta per il primo semestre del 2026. Dopodiché i tempi di realizzazione dipendono da scelta progettuale dei tecnici. Pensavamo a un ponte a campata fissa, che non prevedesse meccanismi di apertura, non richiedesse manutenzioni e non avesse momenti di apertura alla via d’acqua che interrompono quelli via terra. Purtroppo, a meno di nuove idee di carattere progettuale, sta emergendo l’impossibilità ad accedere a questa ipotesi, perché presenta alcune importanti criticità. Dovrebbe infatti consentire una luce di transito estremamente alta (tanto per fare un esempio le imbarcazioni a vela e le chiatte che trasportano strutture realizzate nei cantieri che possono essere altissime) e le rampe dovrebbero quindi partire lontanissime dalla luce del ponte. Si tratta quindi di una problematica di difficile soluzione, alla quale si aggiunge quella relativa all’impatto ambientale, vista la vicinanza al Parco Migliarino-San Rossore. Al momento, quindi, si suppone che il ponte potrà avere una parziale apertura, che consenta il transito di mezzi di particolare altezza. Ovviamente, tra ponte fisso e mobile si innesta poi l’aspetto economico, visto che c’è una sostanziale differenza di costi tra campata fissa e mobile».