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Livorno, dal coma al grande ritorno allo stadio: Federico e il desiderio (il secondo...) esaudito – Video

di Francesca Suggi

	Federico Mattei allo stadio tra gli amici (foto Franco Silvi)
Federico Mattei allo stadio tra gli amici (foto Franco Silvi)

Un anno fa la sua vita sembrava sul punto di finire, poi quel filo di speranza e la forza di non mollare. Fino all’emozione di rivedere la sua squadra del cuore dal vivo. La battuta al presidente Esciua

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LIVORNO. «Sono emozionato» dice con un fil di voce e il cuore che galoppa. Lo stadio il suo grande amore, dopo moglie e figlio. E questa volta, questa domenica 8 dicembre, il tifo è tutto per Federico Mattei: quello di capitan Luci, di Dionisi, Marinari, Rossetti e di tutta la banda amaranto. Quello degli amici dello stadio, tanti, emozionati, con le lacrime agli occhi nel rivedere lì, tra loro, l’amico di una vita. Il match contro la Sangiovannese passa in secondo piano. Palla al centro: è la sua partita.

La luce dopo il grande buio

Dal coma al grande ritorno. Dopo più di un anno. Dal buio di quel 10 novembre di un anno fa dove la sua vita sembrava spacciata per l’improvvisa rottura di un aneurisma, alla rianimazione. Fino al lento e agognato risveglio. Dalla disperazione sua (perché in quel limbo ancora la scienza non sa cosa si prova) e dei suoi cari, alla speranza. Da un filo che pare spezzarsi da un momento all’altro  a una ripartenza. Fatta di mezzi miracoli, terapie, fisioterapie, logopedisti, cure mediche e cure d’amore.

Il suo secondo desiderio

Federico Mattei, 49 anni, dipendente della raffineria Eni torna allo stadio. È il secondo desiderio che aveva bisbigliato ai medici. Il primo, quello di poter tornare a mangiare la torta di ceci è stato esaudito. Adesso è il grande giorno allo stadio. La sua seconda pelle amaranto. Sognato per mesi.  Da quando nella primavera scorsa, arrivato in condizioni disperate dalla rianimazione di Livorno al reparto intensivo “Unità gravi cerebrolesi acquisite” di Auxilium Vitae di Volterra ha cominciato a dare segnali di speranza. Con graduali miglioramenti della vigilanza e delle funzionalità cognitive. Adesso è ricoverato alla residenza sanitaria riabilitativa Progetto Aurora della Fondazione Cardinale Maffi di Cecina.

L’abbraccio di tifosi e squadra

Il linguaggio che torna, piano piano. I primi movimenti. Le cure, la grande forza di volontà, l’amore della famiglia e degli amici sempre presenti. Oggi, domenica 8 dicembre, Federico Mattei è all’Armando Picchi. Non nella sua curva nord, per problemi logistici. Ma in gradinata, letteralmente abbracciato e sommerso dall’affetto della sua grande famiglia amaranto. Gli amici lo aspettano alle 14.15 con le lacrime agli occhi. Di gioia. Sono una ventina per una grande accoglienza. Arriva Federico Dionisi. Abbraccia il tifoso. Una foto insieme. «Anche se non ci credo è un mezzo miracolo», va al galoppo anche il cuore della moglie Angela Ghezzani, 47 anni. «Rimetto piede allo stadio dopo anni e ringrazio di cuore gli amici che ci sono sempre stati, i medici dell’Auxilium Vitae di Volterra e della residenza sanitaria riabilitativa Progetto Aurora della Fondazione Cardinale Maffi di Cecina dove si trova adesso mio marito». È a fianco a lui in questo momento magico. Sospirato. Agognato. E ovviamente c’è il bimbo. Il figlio di 9 anni. È una festa. Due medici del centro di Cecina sono con lui. E adesso l’attesa dell’inizio del match alle 16.

Presidente «frugati»

C’è anche il presidente del Livorno, Joel Esciua, ad accogliere il 49enne. Un bell’incontro, uno scambio di battute al bar, perché lo spirito labronico del super tifoso e l’amore per la sua squadra sono una bandiera. «Ti devi frugare», fil di voce, sorriso ma una richiesta precisa non mana di farla Mattei. Ed Esciua che risponde «Mi sono frugato».  veramente un sogno che si realizza. Un pomeriggio magico.

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