Livorno, addio all’operaio dal cuore d’oro: «Così Simone ci rendeva migliori»
Cingolani è stato trovato morto in casa a 36 anni: attesa l’autopsia per capire perché. Il padre Fabrizio: «Un momento di grande dolore, grazie a chi ci sta vicino»
LIVORNO. «Era un ragazzo d’oro. Solare, allegro, disponibile. Una persona che non si dimentica». Non si danno pace i colleghi e gli amici di Simone Cingolani, trovato morto nell’appartamento delle Sorgenti a 36 anni. E mentre chi lo conosceva si stringe intorno alla famiglia, gli agenti della Squadra mobile sono al lavoro per ricostruire l’accaduto anche analizzando il telefono cellulare che il giovane livornese teneva stretto in mano quand’è morto. Nel frattempo, in attesa che sia effettuata l’autopsia, la salma di Cingolani si trova alla camera mortuaria del cimitero dei Lupi, a disposizione del magistrato. «Non sappiamo ancora niente circa il funerale – dice il padre Fabrizio, direttore sportivo dell’Asd Portuale Livorno e collaboratore del centro sportivo Livorno 9 –. In un momento come questo non me la sento di parlare. Vorrei solo dire grazie a chi ci sta vicino».
Il ritrovamento
Simone Cingolani è stato trovato morto lunedì pomeriggio in uno degli appartamenti al terzo piano della palazzina al civico 3 di via Modigliani, nel quartiere Sorgenti. Gli amici non lo sentivano dal giovedì precedente e a trovarlo, riverso a terra e con il cellulare stretto in una mano, è stata la donna delle pulizie, che ha iniziato a gridare attirando così facendo l’attenzione dei vicini. Da lì la chiamata al 118, l’arrivo del mezzo di soccorso Svs con conseguente attivazione della Squadra volante della polizia e la constatazione del decesso da parte del dottore presente a bordo dell’ambulanza.
Gli accertamenti
La polizia Scientifica, arrivata sul posto insieme al medico legale, ha effettuato cinque ore di accertamenti nell’appartamento di via Modigliani prima di dare il via libera al trasporto della salma ai Lupi da parte di un mezzo del servizio di onoranze funebri della Svs di Livorno. Secondo quanto emerge, non sono stati trovati segni di effrazione sulla porta di casa né sul corpo c’erano elementi che potessero far pensare a una qualche violenza subita. I poliziotti, dopo i rilievi, hanno inviato gli atti al sostituto procuratore Massimo Mannucci che con ogni probabilità disporrà l’autopsia in modo tale da chiarire le cause del decesso di un ragazzo stimato da tanti, in città.
Il racconto
Simone Cingolani – che lascia anche la madre e la sorella Carolina – negli ultimi dieci anni era operaio per una ditta che lavora all’interno della raffineria Eni di Stagno. «Costruiva ponteggi – racconta un collega –. Era un ragazzo d’oro. Da parte sua non c’era mai una parola di troppo, non parlava mai male di qualcuno ed era sempre sorridente. Se entravamo al lavoro con problemi personali, lui lo vedeva e aveva sempre una battuta pronta per farti girare la giornata in meglio. Era un uomo solare, allegro e disponibile. Era un ragazzo buono davvero». Una volta che sarà effettuata l’autopsia, il magistrato potrà restituire la salma ai familiari che, a quel punto, potranno organizzare il funerale. Affinché le tante persone che volevano bene a Simone possano portargli un ultimo saluto. «È difficile pensare che un giorno ci sei e un altro no – è uno dei messaggi apparsi sul profilo Fb di Cingolani l’indomani della morte – Ma i ricordi e le nostre risate rimarranno per sempre. Addio Simo».
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