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Cantieri rebus

Fiorentina e caso stadio, rispunta l’ipotesi Castellani di Empoli: cosa dice la società, le date chiave e gli scenari

di Mario Neri
Un'immagine dei lavori al Franchi
Un'immagine dei lavori al Franchi

La sindaca Funaro a caccia di fondi: Palazzo Vecchio ha riaperto il dialogo col governo

27 novembre 2024
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FIRENZE. È uno spettro che nessuno vuole si materializzi. Non la Fiorentina, non il Comune di Empoli, e ormai dall’inizio dell’era Funaro neppure Palazzo Vecchio. Eppure rispunta ancora una volta nella saga senza fine in cui si sta trasformando lo storytelling dei lavori di riqualificazione dell’Artemio Franchi l’ipotesi di un trasferimento della Viola al Castellani. Lo stadio empolese torna nel ventaglio delle soluzioni possibili semplicemente perché al tavolo convocato in prefettura il 3 dicembre proprio per provare a sciogliere i nodi ancora aggrovigliati intorno al restyiling dell’opera di Nervi la prefetta Francesca Ferrandino ha chiamato anche il sindaco empolese Alessio Mantellassi. Un incontro che, «attestate tutte le criticità» dei cantieri, ha chiesto la sindaca Sara Funaro.

Gli scenari

Insomma, dopo due giorni dalla sfida con l’Inter, la Fiorentina, i sindaci di Firenze e Empoli, il governatore Eugenio Giani, Lega calcio e i vertici dell’Empoli calcio si vedranno per capire se c’è una via d’uscita dai cantieri lumaca che stanno dimezzando la capienza del Franchi (ormai ridotta a circa 20mila posti) e da quello che al Viola Park viene ormai considerato un «handicap» per una squadra che sta macinando risultati straordinari in campionato. Finora le ditte sono state costrette a procedere a singhiozzo, con continui stop and go, causati proprio dall’esigenza di far giocare la squadra in casa. Una condizione che, hanno fatto sapere, rallenta moltissimo i cantieri per cui per ora è stata ipotizzata la fine nel 2029. Il Castellani certo non aiuterebbe la Fiorentina nella capienza (visto che si aggira sui 16mila) ma offrirebbe l’opportunità di avere quattro mesi consecutivi di lavori no stop.

Le ipotesi

Una delle ipotesi sarebbe quella appunto di far traslocare la Viola a Empoli dal 25 aprile a metà settembre, non oltre, dato che anche l’arena empolese sarà potenziata e rinnovata. Un’opzione finora scartata in primis per il niet del Comune di Empoli. La città, ha sempre spiegato l’ex sindaca Brenda Barnini, non reggerebbe il carico di ordine pubblico che comporterebbe ospitare i tifosi viola, considerando che nell’altra domenica lo stadio empolese sarebbe comunque occupato per gli azzurri. Ragioni sempre ribadite anche dal neosindaco Mantellassi. E ora, è cambiato qualcosa? Non proprio. Anche se da Empoli non pare esserci più un muro invalicabile: «Quello del 3 dicembre è solo un incontro in prefettura, non abbiamo ricevuto come Comune delle proposte su cui esprimersi, quindi non c'è "rilancio" della proposta sul Castellani», fanno sapere dall’entourage del sindaco. Insomma, tutto come prima a meno che non arrivino proposte più allettanti.

La Viola

Ma Fiorentina e Palazzo Vecchio questa volta sono sulla stessa lunghezza d’onda. «Lavoriamo in stretta collaborazione con la Fiorentina per mettere a punto un cronoprogramma che eviti il trasloco della squadra – filtra dal Comune – Nessuno sta valutando di andare a giocare al Castellani. La volontà della sindaca è sempre stata netta: restare al Franchi». E pure dal Viola Park ribadiscono un no netto a qualsiasi opzione che preveda di far uscire i ragazzi di Palladino fuori dalle mura di Nervi nelle partite casalinghe. No al Castellani e no al Padovani. Del resto, nel club resta radicata l’idea che ci siano due peccati originali alla base dell’affair Franchi: la decisione di non concedere a Rocco Commisso di costruire un nuovo stadio e l’idea di far partire i lavori senza avere la certezza di tutti i finanziamenti. Ora il patron viola ha promesso che investirà sul restyling, fra club e Comune c’è un clima di collaborazione, e a caccia di nuovi finanziamenti è anche Sara Funaro, che da settimane ha riaperto un filo di dialogo col governo.

L’altra partita

Proprio due giorni fa è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che conferma il verdetto emesso dal Tar: i 55 milioni di Pnrr non possono essere impiegati sullo stadio. Restano nel pacchetto da quasi 160 milioni che la Città metropolitana potrà spendere in piani di rigenerazione urbana. Ma non significa che siano soldi persi. Resta la possibilità di finanziare con quei 55 milioni progetti finora coperti con altre risorse dalla Metrocittà e stornare i soldi in avanzo sullo stadio. Oppure, come sta provando a fare la sindaca, cercare altri fondi. Se c’è un’incognita è sul resto del progetto di riqualificazione dell’area di Campo di Marte prevista dallo studio Arup con tanto di mega giardino pensile, area commerciale, palestra, piscina e super parcheggio. Ma questa è tutta un’altra partita.

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