Livorno, si inizia a costruire la bioraffineria: via libera all’ultima autorizzazione
L’annuncio della viceministra Gava: «Un esempio di economia circolare»
LIVORNO. Mancava soltanto l’ultima autorizzazione, ma ora è arrivata. C’è il via libera alla realizzazione della nuova bioraffineria di Livorno: il progetto consentirà la produzione di biocombustibili di alta qualità utilizzando oli vegetali, sottoprodotti di origine animale e oli esausti da cucina. «Un esempio virtuoso di economia circolare che, utilizzando materie prime di seconda e terza generazione, produrrà energia sostenibile, concorrendo agli obiettivi di decarbonizzazione e alla promozione dello sviluppo economico ed occupazionale del territorio», dichiara la viceministra all’Ambiente e Sicurezza Energetica, Vannia Gava.
Il penultimo tassello di questo puzzle era andato al suo posto il 6 settembre quando il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di concerto con quello della Cultura con un decreto in cui aveva espresso «un giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del progetto “Bioraffineria Livorno: realizzazione, all’interno dell’area di pertinenza della raffineria di Livorno, di una sezione di bioraffineria destinata alla produzione di biocarburanti”. E pronunciava anche «un parere favorevole circa l’assenza di incidenza negativa e significativa sui siti Natura 2000 a seguito della Valutazione di primo livello (screening), fatto salvo il rispetto di quanto prescritto nelle condizioni ambientali relative agli aspetti progettuali».
Era la fine di gennaio di quest’anno quando Eni confermò la decisione di realizzare a Livorno la terza bioraffineria in Italia, già annunciata nell’ottobre 2022: era stata infatti presentata istanza di Valutazione di impatto ambientale (Via) nel novembre 2022, ma da allora la società era sempre in attesa del completamento delle autorizzazioni. Il progetto – che prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati – viene inserito nel panorama degli interventi europei legati alla promozione dell’energia rinnovabile e al miglioramento della sostenibilità del settore energetico e dei trasporti, in base al quale Eni ha deciso di mettere in conservazione, cioè in sonno, alcuni impianti tradizionali dedicati alla produzione di combustibili fossili per autotrazione e volo, e realizzare nuovi impianti di processo tecnologicamente avanzati al fine di poter operare in un nuovo schema, basato anche su una sezione green, che permetta la produzione di biocarburanti, partendo da cariche di origine biologica residuali.
E in quest’ottica il progetto di Eni prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati: un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining da 500mila tonnellate all’anno e infine un impianto per la produzione di idrogeno da gas metano. Una conversione del sito industriale di Livorno che ricalcherà il modello già realizzato da Eni nel 2014 a Porto Marghera e nel 2019 a Gela con l’obiettivo di decarbonizzare e ad aumentare la capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate all’anno agli oltre 5 entro il 2030. Le aree dove sono previsti i tre nuovi impianti per la bioraffinazione sono già cantierizzate per i lavori preparatori e l’avvio della costruzione era previsto dopo l’arrivo dell’autorizzazione di legge che era atteso già da alcuni mesi. Ora è arrivata.