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Nel menù arriva il coccodrillo grigliato: la scelta di un ristorante di Livorno

di Franco Marianelli
Carne di coccodrillo nella cucina del locale; sopra Matteo De Robertis con una sfilata di Chianina e toro spagnolo
Carne di coccodrillo nella cucina del locale; sopra Matteo De Robertis con una sfilata di Chianina e toro spagnolo

In Venezia il locale coi gusti di frontiera: «Presto lo faremo anche impanato e fritto»

21 ottobre 2024
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LIVORNO. Altro che borsette vintage, oppure cinture, portafogli e altri articoli di pelletteria di lusso. A Livorno il grande rettile dal corpo corazzato e i denti appuntiti è diventato una sorta di star nella cucina di un famoso ristorante della Venezia, in via Buia tra la Fortezza Nuova e il vecchio Tribunale. Che ha deciso di metterlo nel menù.

«I nostri clienti lo apprezzano molto», a raccontare la novità è il giovane proprietario del locale “Romanzo”, Matteo De Robertis che ha deciso di servire ai suoi tavoli la pregiata carne di coccodrillo.

Ma come è arrivato a questa scelta? «Per sapere come ha fatto a venirmi in mente questa idea bisogna fare un passo indietro nel tempo - e srotola il filo del racconto il 31enne imprenditore - Io sin da giovane, terminate le scuole, ho sempre avuto in testa l’idea di lavorare nei ristoranti o esercizi simili e ho girato mezzo mondo per questo. Poi sono tornato a Livorno e in passato ho aperto un ristorante per poi tornarmi in mente una mia vecchia idea ovvero aprire un locale dedicato specificamente a tutte le carni del mondo». E qui è bene fare un inciso: il nome del ristorante (“Romanzo” appunto) non ha alcun riferimento alla letteratura popolare. Il “Ro”, infatti, è da considerarsi staccato da “manzo”: quindi dalla seconda parte della parola si capisce bene quale sia a l’identità e la caratteristica del locale della Venezia.

«Peraltro nel logo del locale il “Ro” è stilizzato a mo’ di testa di toro se mai vi fosse bisogno di altri indizi», spiega ancora orgoglioso della “sua” creatura De Robertis.

E nel piatto la carne di coccodrillo arriva grigliata con i carboni roventi. «In questo modo - sottolinea l’imprenditore - tutti i sughi rimangono dentro: aggregato a questa pietanza mettiamo la salsa di chimichurri».

E in questo mood di curiosità culinarie non manca anche l’idea di cucinare il grande rettile, presto, in un altro modo. Che De Robertis svela: «Stiamo progettando di fare la carne di coccodrillo anche impanata e fritta con birra o champagne».

Da “Romanzo” è un giro del mondo delle carni. Per chi vuole nel menù spunta anche carne di cammello, di canguro, di zebra, di struzzo come in una sorta di zoo alimentare.

«Sino a poco tempo fa abbiamo avuto pure la carne di bufalo e di bisonte che però non è stata molto apprezzata e di conseguenza non l’abbiamo più ordinata», racconta. Ma questi animali non sono protetti da norme internazionali ? È sempre lui a rispondere, per fare chiarezza. «No: si trovano tranquillamente in commercio. La carne di canguro ovviamente viene dall’Australia, quella di coccodrillo e zebra dal Sudafrica, quella di cammello mi sembra dal Sudan».

E definisce il gusto di ogni singola carne: «Quella di coccodrillo simile al pollo e come consistenza a quella del pesce. Quella di canguro piena di ferro e può ricordare il manzo. Quella di cammello un po' come il canguro».

E non mancano gli abbinamento con la linfa di Bacco. «Certo che l’abbinamento certo lo facciamo: vino leggero per il coccodrillo e forte con gli altri tipi di carne». E ovviamente ecco i prezzi di queste pregiate carni. Il fattore conto interessa sempre.

«Dai 25 ai 30 euro - specifica il 31enne e aggiunge - Al locale abbiamo anche altri tipi di menù, diciamo tradizionali: proponiamo in esclusiva il menù “paghi 24 euro per la tagliata e 32 per la bistecca (più antipasto e contorno) e mangi tutta la carne che vuoi”». De Robertis chiude facendo riferimento anche all’altro suo locale, “Gennarino” in via Santa Fortunata: «Là facciamo, invece, cucina tradizionale: è un ristorante storico».

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