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A Livorno nasce il consorzio dei b&b: ecco come funziona. «Un argine contro gli irregolari»

di Martina Trivigno
A Livorno nasce il consorzio dei b&amp;b: ecco come funziona. «Un argine contro gli irregolari»<br type="_moz" />

La neonata “Hostxhost.Li” conta 14 soci per un totale di circa 35 appartamenti

11 ottobre 2024
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LIVORNO «Saremo un argine unico e compatto contro le offerte extra-alberghiere irregolari». Alessandro Paoletti è il titolare di una casa vacanze con tre appartamenti a Livorno e ora è anche il segretario della neonata associazione livornese “Hostxhost.Li”, una realtà che comprende oggi 14 soci (tra cui un property manager, professionista esperto nel settore turistico) per un totale di 35 appartamenti. «Il nostro raggio d’azione comprende bed and breakfast, locazioni turistiche, case vacanze e affittacamere, agriturismi e ostelli della provincia di Livorno», sottolinea Paoletti. Ed entro la fine dell’anno le strutture associate saranno inserite nel portale “Visit Livorno” e collegate alle esperienze da vivere in città.

Come è nata

Sulla carta “Hostxhost.Li” esiste dal 19 settembre scorso, ma tutto è iniziato al tempo della pandemia. Prima è nato un gruppo Whatsapp, poi uno Facebook e infine il consorzio. In altre parole – spiega Paoletti – l’associazione è un’aggregazione di persone e imprese che si propongono di svolgere insieme attività di promozione sociale e culturale. «Il nostro obiettivo è l’offerta alle migliori condizioni possibili di ospitalità e integrazione nel territorio per favorire il turismo, incentivare la mobilità e contribuire a elevare l’economia locale – aggiunge il segretario – oltre che ricercare la qualità del servizio dei nostri associati e aiutare a intraprendere questa attività a chi vuole entrare nel mercato degli affitti brevi e dell’attività extra-alberghiera con i propri immobili».

Le certificazioni

Qualità dei servizi e rispetto delle regole: sono questi i due principi cardine che l’associazione mette al centro. «I nostri associati sono allineati con le autorizzazioni obbligatorie per legge, a partire dal Cin, il Codice identificativo nazionale, che ha lo scopo di ufficializzare l’inizio dell’attività nel Comune competente, garantendo la piena adesione alle disposizione legislative – prosegue Paoletti – . Per questo respingiamo al mittente qualsiasi strumentalizzazione sulla nostra attività definita come non regolare nel pagamento della tassa di soggiorno o sulla nostra responsabilità delle mancate locazioni per il lungo periodo. La nostra offerta rappresenta un’ospitalità diversa, complementare alle altre già presenti, perché fondata sullo scambio di esperienze e cultura: ospitiamo infatti le persone come se fossero amici con i quali consolidare un rapporto di fiducia. Rendiamo possibile un turismo per giovani e famiglie, più accessibile ed economico, pur conservando un’alta qualità del servizio. Offriamo ai nostri ospiti informazioni e assistenza personalizzata: suggeriamo bar, ristoranti che frequentiamo, luoghi di aggregazione ed eventi, per far vivere l’esperienza “da local” e non da turista».

Il consiglio direttivo

E la struttura direttiva dell’associazione è così composta: la presidente è Renata Rossi; Andrea Ghilarducci è il vicepresidente; Emilio Putti è il tesoriere; Alessandro Paoletti è il segretario; Daniela Cassese e Andrea Brunetti sono i consiglieri. «Il nostro gruppo mira alla formazione – prosegue il segretario dell’associazione – . Ci occupiamo poi anche della revisione degli annunci sui social per pubblicizzare le strutture extra-alberghiere nel modo migliore e inoltre gestiamo tra di noi gli overbooking (prenotazioni in numero superiore rispetto ai posti disponibili, ndr). Se il proprietario di un bed and breakfast, ad esempio, ha una famiglia che vorrebbe prenotare ma non ha più camere libere, allora può contattare un collega che invece ha un posto: in questo modo lavoriamo tutti, agevolando gli ospiti».

Le locazioni

Alessandro Paoletti sottolinea poi che, per lui, le strutture extra-alberghiere non possono essere considerate l’origine di tutti i mali del turismo. «Eppure si tende a sparare a zero contro di noi – sottolinea – . A Livorno ci sono circa 700 immobili destinati all’accoglienza, di cui circa 300 operativi. Eppure in città sono più o meno 40mila gli immobili ufficialmente vuoti. Nonostante tutto, restiamo sempre aperti al dialogo, propositivi e costruttivi, a disposizione delle organizzazioni datoriali del settore, delle istituzioni locali compreso le forze politiche consiliari, per aprire un confronto per contribuire a migliorare l’ospitalità nel nostro territorio».l

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