Operai in azione di buon’ora per l’allestimento del cantiere
Spianata la prima parte di terreno per l’area della nuova palestra
LIVORNO. Ore 8,26. Il trattore con operatore a bordo comincia a tagliare la prima striscia di sterpaglia che si trova all’interno del marciapiede di via San Marino. A osservare, tre agenti della polizia municipale insieme agli operai della Frangerini, ditta che ha l’appalto per la costruzione della palestra che sorgerà alla Scopaia.
Otto minuti più tardi arrivano sul posto l’assessore ai Lavori Pubblici Federico Mirabelli, l’ingegnere comunale Roberto Pandolfi e l’architetto comunale Luca Di Fonzo, progettista della struttura sportiva. A quell’ora non c’è ancora un animato movimento di protesta: solo quattro persone che ripetono le ragioni per cui, secondo loro, il “cubone” non s’ha da fare: sostanzialmente cementificazione di un’area verde e rischio idraulico.
Il trattore continua la sua marcia. Deve perimetrare l’area totale che insiste su una porzione di 13.850 metri quadri, di cui 1860 riguarderanno l’impianto sportivo multidisciplinare reso possibile grazie a un progetto premiato col massimo del finanziamento Pnrr, pari a 3, 5 milioni, che rappresentano l’83% del costo finale. A spese dell’amministrazione si aggiunge l’allestimento dell’intero nuovo parco pubblico. Qualche difficoltà, intanto, dall’esterno, a individuare i picchetti. Piantati giovedì e ora spariti. Ma ne erano stati messi anche all’interno, nascosti in mezzo ai rovi. Il trattore ha così potuto seguire senza eccessivi problemi la linea stabilita per disegnare la cornice sulla quale nei prossimi giorni comincerà il montaggio della rete da cantiere.
Ci sono circa trenta olivi: ne saranno spostati subito circa la metà, preservando pure gli alberi da frutto. «Il nuovo parco – dice Di Fonzo – prevede un riassetto della vegetazione complesso. Con tanta innovazione e piantumazione di nuovi 60 alberi, 400 arbusti e 4. 000 piante, l’area fitness su prato fiorito di 1. 100 metri quadri e una giochi da 250. Un riassetto radicale per un progetto molto attento al concetto di “rain garden” per il trattamento e il riutilizzo delle acque provenienti dal tetto, ma anche un impianto di fitodepurazione per il trattamento e il riutilizzo di quelle provenienti dai lavandini e dalle docce dell’impianto sportivo. Insomma, si bada alla gestione sostenibile di acque reflue e meteorologiche».
Ripete poi quel che il Tirreno aveva anticipato. E cioè che lo studio è stato realizzato dalla società Iridra di Firenze, che è specializzata in soluzioni nbs (nature based solution) e che l’intero parco, realizzato interamente su superfici drenanti, sarà dotato di soluzioni quali fossi e bacini di bioritenzione. Non si può ignorare il problema dell’acqua che dal campo dei Portuali invade la strada e, a cascata, i garage sotterranei dei condomini di fronte. «Acque di scorrimento, con il campo che negli anni ha creato problemi. L’acqua scende, le griglie di raccolta sono insufficienti o inesistenti e va in strada e poi altrove a far danno. Per questo, sulla parte a monte del campo di calcio, a confine col nuovo parco, faremo un fosso drenante che eliminerà certi fenomeni che portano anche fango».
Pandolfi aggiunge: «Abbiamo previsto di realizzare almeno una griglia per convogliare le acque che si gettano nella fognatura bianca. Ed è stata fatta un’ulteriore analisi per cercare di individuare altri punti di intercettazione affinché i problemi ai garage svaniscano. Griglie potenziate sì, ma anche ripristino di convogliamenti sul rio Felciaio abbandonati da anni, da prima che qui si facessero le case e campo di calcio».
Soddisfatto Mirabelli, che punta tutto sulla valenza complessiva dell’operazione, con un cantiere che dovrebbe durare 504 giorni per la costruzione e col secondo lotto, in fase di appalto, che partirà a inizio anno. «Palestra per la scuola, palestra per anziani, sede di allenamento per società e un parco stupendo. Vedremo tutto finito per il 2027, ma verrà un bel lavoro».
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