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I consigli

A Livorno è emergenza truffe online ed estorsioni sessuali: come difendersi

di Stefano Taglione
La vicaria della questura, Lorena La Spina
La vicaria della questura, Lorena La Spina

A Livorno crescono le frodi commerciali e i ricatti a luce rosse. La vicaria della questura Lorena La Spina: «Comprate sui siti ufficiali e attenzione alle richieste di amicizie sui social»

07 ottobre 2024
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LIVORNO. «Nell’ultimo triennio, le truffe online, sono aumentate in tutta Italia. Crescendo l’uso della Rete da parte di tutti noi, anche per gli acquisti, cresce inevitabilmente il rischio di imbattersi in annunci fraudolenti. Tuttavia, la familiarità che acquisiamo sempre più con l’utilizzo di Internet migliora la consapevolezza sociale intorno al fenomeno, spingendoci a denunciare alle forze dell’ordine i reati di cui siamo vittime e ad adottare una serie di precauzioni. Ad esempio non fidiamoci di chi chiede pagamenti non tracciabili e, per prevenire le cosiddette “sex extorsion”, non accettiamo amicizie sui social da persone sconosciute».

A parlare, dopo che la provincia di Livorno dai dati de Il Sole 24 Ore emerge come terza in Italia per numero di denunce per estorsione e reati informatici nel rapporto con gli abitanti, è la neovicaria della questura labronica, Lorena La Spina. La prima dirigente della polizia di Stato è massima esperta nel settore, dal momento che fino a pochi giorni fa era a capo del compartimento toscano della postale, la sezione della polizia specializzata proprio nei reati informatici.

Dottoressa, negli ultimi mesi si sono moltiplicate le truffe online. La provincia di Livorno, in base ai dati de Il Sole 24 Ore sull’indice della criminalità, è fra le più colpite a livello nazionale. In generale, data la sua recente esperienza alla guida della polizia postale in Toscana, quali consigli possiamo dare ai cittadini per difendersi?

«I numeri vanno sempre letti con molta attenzione: trattandosi di reati commessi attraverso Internet, l’aumento delle denunce non indica automaticamente un radicamento di tipo territoriale di questa forma di criminalità. I malviventi possono essere ovunque, non solo in altre parti del territorio nazionale, ma molto spesso anche all’estero. Per quanto riguarda i consigli, direi che il primo è evitare di agire frettolosamente, spinti magari dal timore di perdere quello che ci viene presentato come un ottimo affare. Dobbiamo sempre prenderci il tempo necessario per fare tutte le verifiche del caso. In caso di affitti online, prezzi stranamente vantaggiosi, richieste di anticipi e caparre, senza permetterci di vedere prima l’immobile, sistemi di pagamento non tracciabili, richieste di bonifici immediati, devono indurci a diffidare. Per l’e-commerce, non fidiamoci di chi ci chiede di “spostare” le trattative da piattaforme di compravendita online a sistemi di messaggistica istantanea, col presunto fine di concludere più rapidamente l’affare. Meglio preferire siti certificati o ufficiali, negozi online di grandi catene già note, perché, oltre a offrire sicurezza in termini di pagamento, sono affidabili anche per quanto riguarda l’assistenza e la garanzia sul prodotto acquistato e sulla spedizione dello stesso».

Preoccupante è il fenomeno delle cosiddette “sex extorsion”, le estorsioni sessuali, che colpiscono persone di tutte le età: come ci si può difendere in modo efficace?

«È fondamentale non fidarsi degli sconosciuti e non accettare sui social richieste di amicizia da profili ignoti, né tantomeno condividere video o immagini intime o sessualmente esplicite. Spesso i malviventi “agganciano” la vittima su piattaforme social, per poi chiederle una videochiamata, nel corso della quale propongono quello che è solo in apparenza un “gioco” erotico accattivante. In pochi istanti, dopo aver catturato un’immagine compromettente, scatta il ricatto: o paghi o diffondiamo subito l’immagine a tutti i tuoi contatti. In questi casi è bene non farsi prendere dal panico, rivolgersi subito alle forze dell’ordine, non pagare (perché servirebbe solo ad innescare altre richieste di denaro), non cancellare i messaggi ed i numeri di telefono, conservare l’url del profilo social da cui siamo stati contattati».

Può capitare, magari per vergogna, che le vittime abbiano paura di denunciare, quando è essenziale farlo perché è probabile che altrimenti i truffatori non si fermino. Come si può vincere questa paura?

«Ricordando che le forze dell’ordine hanno il compito di aiutare chiunque si trovi in difficoltà, non di giudicare i nostri errori e le nostre debolezze. Ci sono operatori formati e professionali, capaci di rassicurarci quando siamo in difficoltà e di cercare con noi la soluzione migliore».

C’è anche il fenomeno delle truffe bancarie: qual è il sistema migliore per difendersi?

«Il sistema più usato consiste nell’invio di mail o sms fraudolenti, con cui si chiede di cliccare su un link malevolo, che rimanda ad una pagina web “clone”, che sembra quella della propria banca. I truffatori cercano di mettere fretta per ottenere i dati di autenticazione o per spingerci a compiere operazioni dispositive su altri conti correnti, fingendo, ad esempio, che siano stati rilevati dalla banca movimenti sospetti su quello della vittima. Né le forze dell’ordine, né gli istituti di credito, né Poste italiane mandano mail o messaggi con link su cui cliccare o ci telefonano chiedendoci credenziali di accesso, altri dati sensibili o prospettando rischi per il nostro denaro, al fine di indurci a mandarlo altrove. Mai fidarsi in casi simili». 

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