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Livorno, Christian Volpi magnifico alle Paralimpiadi: è settimo al mondo

di Stefano Taglione

	La festa di Christian Volpi dopo la gara
La festa di Christian Volpi dopo la gara

Il venticinquenne, in appena due anni di allenamento, compie l’impresa a Parigi. Il padre Roberto: «Meglio di così non poteva fare, ha bruciato ogni tappa»

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LIVORNO. L’obiettivo lo aveva già raggiunto: la finale. E anche se Christian Volpi forse avrebbe voluto di più, perché non è certo un ragazzo che si accontenta di partecipare, ha fatto una grandissima impresa. E, infatti, fuori dallo “stadio” è stato festeggiato da tutti gli amici (e anche dagli estranei) come se fosse il campione dei tre agitos, con foto di gruppo, baci, abbracci e cori. Ad appena due anni dall’inizio della sua avventura in paracanoa – e a tre dal terribile incidente di via di Levante, quando nel maggio del 2021 perse entrambe le gambe – è arrivato nei primi otto al mondo alle Paralimpiadi di Parigi 2024, classificandosi settimo nella categoria KL2 200 metri, in cui è comunque vicecampione europeo in carica e quarto mondiale.

La spinta del pubblico

Spinto da una cinquantina di livornesi – fra loro amici, parenti, la sua fidanzata e i familiari di quest’ultima – ha dato il massimo in acqua a Vaires-sur-Marne, nel campo di gara alle porte della capitale francese, dove alle 11,36 del 7 settembre è andata in scena la finale seguitissima dalla città dei Quattro Mori e dall’Italia intera sui Rai 2. Christian, terzo in batteria e anche in semifinale, ha dato tutto contro i suoi fortissimi avversari. Un’impresa, la sua, già essere lì, in finale. Era il suo obiettivo, la speranza, e poi giocarsela «sgomitando», aveva raccontato al Tirreno in un’intervista nei giorni precedenti alla partenza. E lo ha fatto, dando il massimo, come ci ha sempre abituato.

Parla il padre

Orgoglioso babbo Roberto Volpi, mentre fuori dal campo di regata tutti stanno festeggiando il figlio (e giustamente) come se avesse vinto: «Meglio di così non poteva fare – racconta – Christian ha per altro un handicap più pesante rispetto ai suoi avversari ed era l’unico in finale senza entrambe le gambe e le ginocchia. Era difficilissimo fare meglio, ma stiamo lavorando sull’adattamento della barca per metterlo in condizioni, in futuro, di fare ancora meglio. Non è stato facile perché in questi due anni ha bruciato le tappe, ha fatto qualcosa di incredibile, e noi abbiamo avuto un biennio per lavorare, che però non sono assolutamente tanti. Lui, bruciando le tappe e arrivando dov’è arrivato, paradossalmente non ci ha dato il tempo di fare le giuste modifiche, anche se comunque da questo punto di vista siamo arrivati a un buon livello. Il suo è comunque un percorso di vita e l’obiettivo più grande era arrivare alle Paralimpiadi, il secondo raggiungere la finale: li ha centrati entrambi». 

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