Orti urbani di via Goito, il piano del Comune di Livorno: «Una graduatoria per assegnarli»
Palazzo Civico acquisirà 47.500 metri quadrati che destinerà alle coltivazioni. Saranno invece circa 4.500 i metri quadrati nei quali sarà possibile costruire
LIVORNO. Il futuro degli orti urbani che si trovano nella vasta area compresa fra le vie Goito, da Verrazzano, Corazzi e dell’Ambrogiana, è stabilito. E non si cambia. Semaforo verde per una piccola porzione con indice edificabile, parco e orti regolamentati. Una graduatoria, in pratica, per assegnare i piccoli appezzamenti di terreno. Torna di attualità una situazione lasciata a lungo in fondo a un cassetto, che si affaccia adesso verso un quadro di soluzione. In sostanza, non si fa altro che ricalcare il piano della giunta guidata da Filippo Nogarin, datato 2017, limitando ulteriormente il soggetto o i soggetti che ci edificheranno come già stabilito, nella possibilità concessa a cementificare. In parole povere, questa è la risposta che l’amministrazione comunale ha già in tasca per rassicurare i residenti della zona.
Lo spunto sull’argomento è fresco di ieri mattina, proprio dopo la consegna al sindaco di una lettera che porta la firma di 350 persone, segnalando problematiche nell’area in oggetto, chiedendo di essere coinvolte nelle decisioni che verranno assunte per il futuro e con l’obiettivo di superare i problemi. Invitando Salvetti a non dimenticarsi del «progetto di riqualificazione, salvaguardia e valorizzazione del verde, attraverso la realizzazione di spazi pubblici a servizio del quartiere fruibili a tutti i cittadini, nel rispetto della legalità, superando qualsiasi forma di abusivismo».
Siamo immersi nel bel polmone verde di oltre cinque ettari, proprietà della fallita Clc. Da anni, utilizzato in gran parte come orti urbani, senza tuttavia autorizzazioni da parte del curatore fallimentare che gestisce la procedura e amministra il patrimonio allo scopo di liquidarlo e dare soddisfazione ai creditori ammessi. Un curatore che nel frattempo ha esaurito da un po’ i fondi che potessero garantire lo sfalcio di rovi ed erbacce ai confini coi palazzi, operazioni eseguite un paio di volte nel passato da questa amministrazione, ma probabilmente anche dai Cinque Stelle, garantendo in questo modo la sicurezza dei residenti, che si sentono costantemente a rischio incendio e sono stanchi del degrado nelle zone più esterne del grande appezzamento. Il piano operativo non cambia nel suo impianto l’indirizzo originario: completamento residenziale con cessione e realizzazione di un parco urbano con spazi dedicati all’agricoltura urbana e per la funzione ludico-sportiva delle aree a verde, prevedendo semmai un plus (ma senza consumare ulteriore suolo) per il soddisfacimento della domanda di edilizia residenziale sociale contemplata negli obiettivi di “Abitare Livorno”.
Quattromila e cinquecento i metri quadrati a destinazione residenziale è il dato definitivo e ridotto, frutto di una distribuzione pensata sui margini dell’area e in più lotti, rigorosamente da realizzarsi seguendo principi di sostenibilità ambientale e di una altezza massima di quattro piani. Il Comune, in cambio di questo ritocco sul permesso a costruire fatto al ribasso mediante accordo col soggetto privato, in questo caso il curatore, acquisirà il possesso di 47.500 metri quadrati. Che rappresentano più o meno una superficie pari a quella che ci regalano sette campi di calcio come l’Armando Picchi, e nella quale il parco sarà in grado di dialogare perfettamente con l’aspetto sociale e della socialità, che gli orti urbani sanno regalare, grazie all’assegnazione secondo criteri e modelli già collaudati dall’amministrazione, di piccoli appezzamenti, in cui, si potrà continuare oppure cominciare a coltivare pomodori, cipolle, insalata e carciofi. l
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