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Crociere a Livorno, “Porto Pulito” continua a contestare i dati di Arpat

di Iacopo Simoncini

	Navi da crociera al porto di Livorno (foto di archivio)
Navi da crociera al porto di Livorno (foto di archivio)

Per l’associazione le tre centraline sono troppo distanti dallo scalo marittimo per fornire dati attendibili sull’inquinamento

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LIVORNO. L’associazione “Livorno Porto Pulito” contesta i dati sull’inquinamento atmosferico rilevati dalle centraline gestite a Livorno da Arpat e parla di «tentativo di minimizzare l’impatto ambientale delle crociere sulla nostra città». L’associazione continua a ritenere non conformi alla realtà i rilevamenti delle centraline fisse di Viale Carducci e Via La Pira, distanti tre chilometri dal porto e di quella di piazza Cappiello ad Ardenza.

L’appello

“Livorno Porto Pulito” continua quindi a chiedere a gran voce l’introduzione di centraline fisse all’interne del porto e/o nelle sue immediate vicinanze e sottolinea «dobbiamo constatare che l’impatto insostenibile delle crociere sulla popolazione non va misurato solo attraverso i sensori delle polveri ultrasottili e dei gas tossici: in questi giorni di presenza continua di varie navi, molti abitanti che risiedono vicino al porto, alcune decine di migliaia di livornesi, hanno dovuto tenere le finestre chiuse a causa dell’aria irrespirabile, nonostante la calura opprimente».

All’estero

L’associazione ricorda poi che a livello internazionale qualcosa si muove. «Nei giorni scorsi – si spiega – il Parlamento di Edimburgo ha vietato la pubblicità alle crociere, così come quella alle compagnie aeree, a quelle petrolifere e ai suv. In una parola, alle realtà produttive maggiormente responsabili del disastro climatico. Il Guardian ci dice che da sole le crociere rilasciano in mare un quarto dei rifiuti totali e inquinano l’aria quattro volte i voli aerei di tutto il mondo. Varie città europee come Venezia, Barcellona e Marsiglia stanno allontanando le crociere dalle abitazioni dei residenti, a causa dei grandi disagi e dell’inquinamento che causano. Inoltre, notizia freschissima, il Governo greco ha appena preannunciato il numero chiuso degli sbarchi per il prossimo anno, a causa del loro impatto sull’ambiente e sulla vivibilità delle persone e in considerazione dei dubbi vantaggi economici per la popolazione».

Il caso labronico

Per quanto concerne invece la situazione del porto di Livorno, l’associazione rilancia il contingentamento delle crociere, praticato sempre più diffusamente a livello internazionale e peraltro proposto anche nella recente campagna elettorale, «visto che a Livorno le enormi navi energivore quest’anno saranno quasi 400, ovvero un terzo in più del 2023. A fronte di questa situazione, l’Autorità Portuale annuncia con soddisfazione che per il 2025 sono stati già prenotati ormeggi in numero ancora superiore. Forse sarebbe il caso che un po’ della consapevolezza ambientale e sanitaria raggiunta da altre comunità nazionali arrivasse anche ai nostri amministratori».

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