Livorno, allarme dal liceo Niccolini-Palli: «Tre classi pollaio, palestra chiusa e ci chiedono le sedie da casa»
Niccolini Palli. Gli studenti del liceo protestano davanti al Provveditorato. «Vogliamo spazi e strumentazioni adeguati: ne abbiamo il diritto, così non va»
LIVORNO. «Siamo qua perché la situazione della nostra scuola è di ingiustizia e di disorganizzazione». Così esordisce la studentessa del quinto anno di liceo classico Caterina Gazzetti al presidio organizzato dagli studenti e dalle studentesse della scuola Niccolini Palli, e sostenuto dal collettivo Scuola di Carta. Si protesta contro la classe cosiddetta “pollaio” di 36 studenti davanti all’Ufficio scolastico provinciale. Le ragioni di questa azione sono ben spiegate in un post pubblicato sul profilo instagram del collettivo: la presenza nell’istituto di una classe di trentasette studenti, la mancanza di spazi scolastici adibiti allo svolgimento di musica d’insieme, la mancanza di strumentazione per fare musica.«Nella nostra scuola ci sono tre spazi che superano i trenta alunni, tre classi pollaio» prosegue il racconto di cosa non va a scuola Gazzetti.
«Abbiamo una prima di trentadue studenti e una di trentatre, oltre ad una classe di trentasei persone». Per quanto riguarda le due prime dell’indirizzo scienze umane da oltre trenta studenti l’una, queste sono classi “articolate”. «Questo vuol dire che vengono presi 10 studenti da una classe e 10 dall’altra e si va a formare una terza sezione – spiega Gazzetti- Ma questo vale solo per alcune materie, e così facendo si crea un dislivello nell’apprendimento dei ragazzi, e non si crea nemmeno la coesione di classe, che è tanto importante per noi studenti e studentesse». La classe composta da trentasette alunni invece com’è gestita? «La classe composta da 36 ragazzi dovrebbe dividersi a sua volta in due classi, tranne che per le ore di educazione fisica, quando a frequentare la palestra siamo tutti e trentasette» spiega Minusha Maggini, un’alunna di una delle due secondi classi di Scienze Umane, quelle “sdoppiate”, appunto.
«Ma - spiega – durante la prima settimana di scuola insieme all’altra seconda abbiamo fatto anche altre materie, oltre a ginnastica: storia, scienze e religione». Per Sofia Casarosa, dell’altra seconda sdoppiata, si pone anche un altro problema, che incide sull’apprendimento. «In questa super-classe abbiamo anche dei ragazzi con bisogni educativi speciali, che devono essere seguiti dai docenti con maggior attenzione. Dobbiamo iniziare presto ad essere davvero due classi, non si possono continuare a fare lezioni così, l’apprendimento perde qualità».
E a proposito di spazi mancanti, per i ragazzi che protestano il Niccolini Palli ha anche un altro problema. Per Anna Ribechini, che frequenta il quarto anno del liceo Classico, all’indirizzo Coreutico manca la strumentazione per gli alunni che devono fare lezioni di musica. «La soluzione trovata per questo inizio anno, cioè la sala specchio della Goldonetta è precaria, perché bisogna rinnovare ogni tot di tempo la concessione», spiega Ribechini, che fa presente come la palestra di via Rossi (la Edison) non sia più utilizzabile per gli alunni. «La palestra cade a pezzi, non è sicura per noi studenti e studentesse. Fino all’anno scorso chiedevamo di sistemarla, ma ormai abbiamo capito che non ci sono soldi».
A rincarare la dose ci pensa Maggini. «Dove gli studenti si esercitano ora è stata montata una sbarra da danza, ma non è adatta. L’altr’anno stava per cadere un chiodo addosso ad una ragazza». Un altro problema che denunciano i ragazzi riguarda il liceo Musicale. «Mancano spazi per fare musica di insieme, ne servirebbe uno nuovo», chiosa Ribechini. «Questo spazio potrebbe essere l’aula magna, ma le sedie hanno attaccato un banchino e dei braccioli. Quindi non sono adatte per chi deve suonare alcuni strumenti, come il violoncello».
I ragazzi fanno presente che alcuni docenti avrebbero chiesto agli alunni di portare la strumentazione da casa, come le sedie e i leggii, anch’essi mancanti all’appello della strumentazione. «La scuola non ci può dire di portare la strumentazione da casa. Quello che vogliamo è uno spazio adibito appositamente per chi fa questo indirizzo e una strumentazione adatta» dicono all’unisono i manifestanti, che sperano di trovare presto delle soluzioni.