Romano, una lezione di autoironia: «Scatoloni fatti, torno a insegnare»
Livorno: escluso dal Parlamento, parla alla radio: «I meloni? Li mangio volentieri». E poi canta per Lory Del Santo
LIVORNO. Se è vero che bisogna saper perdere, chiedete come ad Andrea Romano. Che non si vergogna, anzi quasi si diverte (autoflagellandosi), a usare il termine “trombato”, neologismo non proprio da college britannico per indicare un politico escluso dagli scranni parlamentari. Si può essere d’accordo o meno col professore di storia russa all’università di Tor Vergata, ma l’ospitata radiofonica di ieri a “Un giorno da Pecora”, contenitore satirico di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, ha regalato l’immagine di un uomo sereno e soprattutto autoironico. «A mia moglie, negli ultimi tempi della campagna elettorale, l’avevo detto chiaramente: guarda che non passo. Me lo sentivo, da tanti segnali. Eppure credo che questa sia la politica, che la scon fitta vada accettata. In me resta la soddisfazione di aver lavorato in un ruolo prestigioso, per nove anni, per il mio territorio».
La mattinata, Andrea Romano l’ha trascorsa a liberare il suo ufficio alla Camera. «Si, ma non parlate di scatoloni – sorride – avevo pochissime cose, ho fatto presto. Il mio lavoro era tutto sul computer portatile». Davanti alla sua postazione, i conduttori, non senza perfidia, hanno appoggiato in bella vista due meloni. «E pensare che mi piacciono, li mangio volentieri – spiega – non posso dire altrettanto di Giorgia ma quando in politica qualcuno vince si merita i complimenti. Cosa farò adesso? Il professore. Sto organizzando i corsi, non pensate sia una cosa facile. Al mattino lavoro e studio, presto tornerò a Tor Vergata ma continuerò a fare politica attiva nel Pd».
Risate, buonumore nonostante la sconfitta in un collegio che tutti gli osservatori definivano blindato. «Per colpa vostra - dice rivolto a Cucciari e Lauro – ho dovuto tagliarmi i capelli a zero quando dissi che non ci saremmo mai accordati al governocon i Cinque stelle: ho perso la scommessa e mi avete mandato subito il parrucchiere. Scommesse non ne faccio più».
C’è tempo anche per parlare della moglie Sara Manfuso che è entrata nella casa del Grande Fratello. «Ne abbiamo parlato molto – rivela Romano – e adesso devo dire di essere orgoglioso della scelta di Sara. Lei ha scelto di lavorare in televisione e questa è una svolta importante, anche se mi manca visto che siamo una coppia solida e felice».
Romano ride, fa battute, si siede perfino alla batteria che è in studio. E poi duetta, da consumato uomo da microfono, con Lory Del Santo in collegamento da Los Angeles, che rivela (senza fare nomi) i suoi flirt con politici e calciatori. Alla fine, visto che è il compleanno della ex soubrette, a chi chiedono di cantare il motivetto di auguri? A Romano, of course. Che ha una bella voce, impostata, allenata dalle lezioni universitarie e dai dibattiti parlamentari. Lui, senza farsi pregare, egregiamente esegue. Bella dote l’autoironia, ancora di più nel momento della sconfitta. Saper ridere di se stessi è segno di grande intelligenza: tornerà anche a fare il professore, Romano, ma sarebbe un perfetto conduttore.