Il caso
È morto Mario Spagnoli, una vita tra i bimbi dell’Ardenza Calcio
Livorno, aveva 72 anni ed è scomparso dopo una lunga malattia: fondò la società nel 1983
LIVORNO. Se pensi al calcio giovanile degli anni ’80 e ’90, pensi a personaggi che hanno portato avanti progetti con passione ed entusiasmo. E tra questi c’era sicuramente Mario Spagnoli, un pezzo di storia di questo mondo: nel 1983, con il fratello Luciano e alcuni amici, fondò infatti la società dilettantistica Ardenza, crescendo poi intere generazioni di baby calciatori e diventando un punto di riferimento tra i dirigenti. Spagnoli è morto nella mattinata di martedì 15 agosto in un letto del reparto di Cure palliative dell’ospedale, dove era ricoverato da un paio di settimane in seguito a un peggioramento della sue condizioni di salute. Aveva 72 anni e da tempo lottava contro un maledetto tumore, a cui si è arreso dopo una lunga e tremenda battaglia.
Ultimamente Spagnoli era uno dei due vice-presidenti della società rossoverde, una carica divisa con Giovanni Cavallini. Fu lui, con 12 ragazzi del 1967, a dare il via al progetto Ardenza insieme al fratello Luciano e ad altri dirigenti come Aldo Giusti, Franco Freschi, Giuliano Luci, Corrado Marianucci e Franco Morelli. Lo staff prese in gestione il vecchio campo di via di Popogna, ora sostituito dalla nuova strada che collega la Rosa al Parco Levante, e iniziò a lavorare a 360 gradi sui giovani calciatori. Poi i trasferimenti in altri impianti sportivi della città, l’ultimo dei quali alla Guglia, dove si trova oggi la sede della società dilettantistica. «Mario era un pezzo di storia del calcio giovanile e ovviamente dell’Ardenza - il ricordo di Giovanni Cavallini - lui rappresentava veramente lo spirito di questo mondo, che dovrebbe essere fatto soltanto di crescita, valori e divertimento, invece è dominato dai risultati a qualsiasi età. Per noi era un punto di riferimento e ci mancherà moltissimo».
Spagnoli, ex dipendente della Ferrero prima in via Mastacchi e poi a Ospedaletto, lascia la moglie Roberta e un vuoto infinito nella storia del calcio giovanile livornese. I funerali sono stati celebrati mercoledì 16 alla camera mortuaria dell’ospedale: niente fiori, come da desiderio della famiglia, ma contributi per il reparto di Cure palliative.