Turchia, terremoto di magnitudo 6.2 a largo di Istanbul: «Oltre 150 feriti, nel panico si sono gettati dai palazzi»
L’epicentro nel Mar di Marmara, a 40 chilometri a sud ovest di Istanbul. Dopo la scossa più forte ce ne sono state altre 50 di assestamento
ISTANBUL. Un forte terremoto è stato avvertito a Istanbul e nelle zone limitrofe. Secondo l'agenzia turca per la gestione delle emergenze, la scossa è stata di magnitudo preliminare di 6.2. Il sisma ha avuto epicentro nel Mar di Marmara, a circa 40 chilometri a sud-ovest di Istanbul.
Oltre 150 feriti
Sono almeno 151 le persone che sono rimaste ferite a causa delle sei scosse di terremoto che hanno colpito la zona di Istanbul, in Turchia, la più forte di magnitudo 6,2 della scala Ritcher. Lo ha dichiarato il governatore di Istanbul affermando in una nota che «151 dei nostri cittadini rimasti feriti stanno ricevendo le cure necessarie negli ospedali e le loro vite non sono in pericolo». Nella nota si precisa che «'non si sono registrate perdite di vite umane». Al momento non vengono segnalati nemmeno particolari danni agli edifici, tranne uno abbandonato che è crollato nel nostro distretto di Fatih. La maggior parte dei feriti è tra persone che, nel panico, si sono lanciate dai palazzi.
Le scosse di assestamento
Il terremoto di magnitudo 6.2 ha avuto una profondità di 10 chilometri, secondo lo United States Geological Survey. Dopo la scossa più forte ce ne sono state altre 50 di assestamento. «Alle 15.12 sono state registrate 51 scosse di assestamento, la più grande delle quali di magnitudo 5,9», ha scritto su X il ministro degli Interni Yerlikaya. Il terremoto è stato avvertito nelle regioni limitrofe. La Turchia è attraversata da due importanti faglie e i terremoti sono frequenti. Un terremoto di magnitudo 7,8 il 6 febbraio 2023 e una seconda potente scossa verificatasi poche ore dopo hanno distrutto o danneggiato centinaia di migliaia di edifici in 11 province turche meridionali e sudorientali, causando la morte di oltre 53.000 persone. Altre 6.000 persone sono state uccise nelle zone settentrionali della vicina Siria.