Ucraina, Musk minaccia di spegnere Starlink. La Polonia: «Troveremo alternative»
Scoppia la polemica tra Usa e Varsavia, offese a un ministro
BRUXELLES. «Martedì (domani, ndr) festeggeremo i 100 giorni dall’insediamento del Collegio dei commissari, 100 giorni dal primo dicembre che sembrano una vita fa». Esordisce così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa – indetta in via eccezionale di domenica – per un primo bilancio sull’operato del suo secondo mandato. «Il mondo intorno a noi – sottolinea – sta cambiando alla velocità della luce. I cambiamenti geopolitici stanno scuotendo le alleanze, certezze vecchie di decenni stanno crollando e noi abbiamo ancora una guerra brutale ai nostri confini».
A riconferma delle sue parole, una nuova spallata arriva da Elon Musk che, ancora una volta, minaccia di sparigliare le carte. In questo caso il terreno è quello del conflitto ucraino: «Ho letteralmente sfidato Putin in un combattimento fisico uno contro uno sull’Ucraina, e il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino. L’intera linea del fronte crollerebbe se lo spegnessi», scrive su X.
Immediata la reazione di Varsavia che si dice pronta a trovare un’alternativa alla costellazione che fa capo a SpaceX, scatenando a sua volta la reazione del segretario di Stato Usa, Mark Rubio. «Starlink per l’Ucraina è pagato dal ministero della digitalizzazione polacco al costo di circa 50 milioni di dollari all’anno. A parte l’etica di minacciare la vittima di aggressione, se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile saremo costretti a cercare altri fornitori», afferma il ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski. La Polonia, ribatte Rubio, sta «semplicemente inventando cose. Nessuno ha minacciato di tagliare fuori l’Ucraina da Starlink». Anzi «ringrazi, senza Starlink, i russi sarebbero ai suoi confini», incalza. A stretto giro interviene poi lo stesso Musk che si scaglia contro Sikorski: «Stai zitto, piccolo uomo. Paghi una piccola parte del costo. E non c’è niente che possa sostituire Starlink».
Solo poco più di due settimane fa, lo stesso Musk negava di volere interrompere l’accesso di Kiev ai terminali internet satellitari in caso di mancato accordo con Washington sulle risorse minerarie. Dal canto suo l’Europa sarebbe in grado di fornire in poco tempo una copertura temporanea per gli ucraini: in attesa di sviluppare un miglior posizionamento di Galileo e Copernicus, ma anche di IRIS2, una nuova costellazione la cui operatività è prevista solo nel 2030, l’Ue potrebbe utilizzare Govsatcom, una rete che riunisce le capacità satellitari dei governi nazionali. In ogni caso, ora più che mai, il focus di Bruxelles rimane sulla difesa con il Piano di riarmo e il nuovo strumento da 150 miliardi di euro per l’approvvigionamento congiunto che rafforzerà la base industriale europea e al tempo stesso potrà rappresentare un vantaggio per Kiev. Per quanto riguarda i finanziamenti nel settore e un ricorso al debito comune, von der Leyen ma non chiude: «Nulla è fuori dal tavolo. Sono aperta a tutto ciò che è necessario ma iniziare un dibattito tre giorni dopo che abbiamo fatto una proposta che è stata sostenuta all’unanimità per fare nuove riflessioni penso che sia troppo presto. Comunque, niente è escluso».