Sanremo 2025, come sono andate le prove generali: Cristicchi e Giorgia regalano subito emozioni
I 29 cantanti in gara hanno avuto modo di testare l'impatto con la platea
SANREMO. Alla vigilia del 75esimo Festival di Sanremo si accendono le luci dell'Ariston. I 29 cantanti in gara hanno scaldato i motori per la prova generale durante la quale hanno avuto modo di testare l'impatto con la platea, ieri piena di giornalisti e addetti ai lavori, e soprattutto sfidare le insidiosissime scale che scendono verso il palco. Rispetto al preascolto dei brani, la veste orchestrale amplifica l'enfasi di tutte le esibizioni. L'emozione più grande la regala Simone Cristicchi che con la sua “Quando sarai piccola” commuove gli ascoltatori che si sciolgono in un lungo applauso. Impatto impressionante per Giorgia, che con la sua “La cura per me”, fa sfoggio di una voce brillante e potente, confermando uno stile immutato a 30 anni esatti dal suo vittorioso Sanremo.
Convincenti anche le prove di Gabbani con il suo “Viva la vita” e Achille Lauro, con “Incoscienti giovani”, con il primo che si lascia andare in una serie di piroette ad accompagnare un ritornello che è un invito al canto corale.
Energia dirompente per Marcella Bella e voce limpida per Massimo Ranieri alla sua ottava partecipazione al Festival. Applausi a scena aperta poi per Noemi, che in abito nero rapisce la platea con la sua voce graffiante in “Se t'innamori muori”. Paga forse un po' di timidezza invece l'esordiente Lucio Corsi, che sale sul palco con una mise che richiama per fogge e colori il Renato Zero dei tempi di Zerolandia.
La prova dei Modà non ha risentito della brutta caduta occorsa a Kekko in una scala del backstage. Il gruppo si è esibito senza problemi, con Carlo Conti che al termine ha accompagnato il leader della band dietro le quinte. Scale che hanno fatto un'altra vittima tra i cantanti in gara. È Francesca Michielin che, come riferito ieri, è salita sul palco con una vistosa fasciatura alla caviglia destra. Buona anche la prova di Fedez che in un look total black appare in gran spolvero, come probabilmente non lo si vedeva da un po'. Opaca invece la prova di Tony Effe che non riesce a dar piena voce ad un brano comunque piaciuto molto durante i preascolti.
A regalare un simpatico fuori programma, che chissà che non venga riproposto nel corso della diretta, è infine una singolare esibizione di Gerry Scotti in “Knockin' on Heaven's Door».
Chi invece questa sera parlerà e canterà di pace saranno la cantante israeliana Noa e la cantante palestinese Mira Awad. Sul palco dell'Ariston Noa e Mira duetteranno sulle note di “Imagine” di John Lennon. «Non abbiamo riscritto Imagine, l'abbiamo solo tradotta: la prima strofa in ebraico, la seconda in arabo, poi canteremo in inglese e inseriremo alcune parti in italiano nel mezzo. Mi piace molto la parte del testo che dice “No religion”, perché la religione è una cosa positiva, ma non quando diventa violenta, razzista o quando dà alle persone la licenza di uccidere. Come diremmo noi, la religione dovrebbe essere amore, inclusione e rispetto. Quindi sì, penso che dobbiamo andare avanti tutti con questi concetti: Paesi, religioni… dobbiamo essere tutti uno», racconta Noa. «La strofa che preferisco è quella in cui ci si chiede perché dobbiamo avere dei Paesi. I Paesi sono un’invenzione dell'uomo, e penso che possiamo reinventare questo modello, che non sempre funziona», aggiunge Mira Awad.
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