Roma, sospetto caso di contaminazione da plutonio nell’impianto di Casaccia
Coinvolto un lavoratore in servizio. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare ha avviato accertamenti
ROMA. L'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare - Isin sta seguendo con la massima attenzione il sospetto caso di contaminazione da plutonio registratosi presso l'impianto Plutonio del Centro di Casaccia, vicino a Roma, che ha coinvolto un lavoratore in servizio. L'Isin, nell'immediatezza della contaminazione, ha effettuato una prima ispezione nell'impianto e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili dell'impianto sulla dinamica di quanto accaduto. Parallelamente, sta seguendo l'evolversi della vicenda, che sembra al momento non prefigurare conseguenze severe.
Una seconda ispezione è stata già programmata e sarà effettuata nei prossimi giorni. Resta, naturalmente, l'esigenza - come da missione istituzionale dell'Isin - di accertare quanto accaduto e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale, che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia. Compito dell'Isin è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità.
Interrogazione al ministro dell’Ambiente
«Apprendiamo da notizie di stampa che presso l'ex sito nucleare di Casaccia, gestito dalla Sogin, alle porte di Roma, nei giorni scorsi un operaio sarebbe risultato colpito da contaminazione da plutonio. Chiediamo pertanto al ministro dell'Ambiente se sia stato informato tempestivamente di quanto avvenuto, di quali elementi conoscitivi disponga in relazione all'incidente e, in particolare, in merito allo stato di contaminazione del sito e al progetto al quale stava lavorando l'operaio coinvolto e se siano state messe in atto misure idonee ad assicurare la massima sicurezza e protezione sanitaria per la popolazione. Chiediamo inoltre quali iniziative urgenti intenda intraprendere per accelerare l'iter di individuazione del deposito unico nazionale delle scorie radioattive al fine di anticipare, rispetto alla previsione del 2039, la sua messa in esercizio». Così i deputati del PD Simiani, Peluffo, Di Sanzo, Laus e D'Alfonso, in un'interrogazione al ministro dell'Ambiente.