Il Tirreno

Grosseto

L’aggressione

Sorano, lite fra condomini per la musica troppo alta: anziano ferito e sotto choc fugge dal borgo

di Matteo Scardigli

	La stazione dei carabinieri di Sorano
La stazione dei carabinieri di Sorano

Lettera social al sindaco: «Mio fratello sconvolto nello spirito». Indagano i carabinieri

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SORANO. L’aggressione del Venerdì Santo, così ormai si chiama in paese. Siamo intorno alle 20, in pieno centro storico del borgo del tufo. In una sera altrimenti tranquilla si sente della musica provenire da un appartamento; a un volume troppo alto, secondo uno degli inquilini, che decide di protestare. L’uomo, un settantenne che già da qualche anno ha scelto il paese come buen retiro, si rivolge quindi al vicino del piano di sotto: il frastuono, a suo dire, proviene da lì. In quella casa abita un trentenne, anche lui soranese d’adozione ma solamente da qualche mese.

Come – purtroppo – spesso succede per questioni di condominio, gli animi si scaldano. Il trentenne si presenta quindi alla porta dell’anziano e in breve tempo la situazione degenera. Dalle parole si passa alle mani, e il settantenne finisce per avere bisogno di cure mediche: graffi al volto e qualche punto di sutura sul mento. Ma le ferite peggiori sono quelle che non si vedono.

L’uomo, infatti, lascia il borgo e torna nella terra di origine della sua famiglia. È il fratello, quindi, a indirizzare una lettera al sindaco Ugo Lotti; scegliendo la bacheca di un noto gruppo social del paese. «Le lesioni materiali sono per fortuna state leggere ma, mi creda, quelle psicologiche e morali sono pesantissime. Lo hanno ferito e sconvolto pesantemente più che nel corpo nello spirito», scrive. Nel borgo – precisa – il fratello «ha avuto la fortuna di trovare tantissimi amici al punto che diceva che a Sorano si sentiva a casa sua grazie anche ai soranesi, persone perbene, che gli vogliono tanto bene». Ma ormai non è più così: «Sentirgli dire che non verrà più ha sconvolto noi familiari».

Il trentenne è finito nei guai con i carabinieri, che avevano ravvisato gli estremi per trattenerlo: ha passato ben più di un quarto d’ora nei locali della caserma di via Brigate Partigiane. L’attività dell’Arma non era certamente passata inosservata in paese, e le voci hanno iniziato a correre: l’aggressione a mani nude sarebbe stata invece compiuta con un bastone oppure con un martello, e così via. Tant’è che ha deciso di intervenire direttamente il primo cittadino, per fare chiarezza e soprattutto per dare un messaggio gli abitanti; residenti e non più residenti.

«Quello che è accaduto è un fatto isolato che non deve turbare la serenità del borgo, che è sicuro e tranquillo», premette Lotti al nostro taccuino, e poi spiega: «Non conosco personalmente alcuna delle due persone coinvolte, ma posso dire con certezza che il giovane (mi dicono che non aveva mai causato problemi) si trova messo di fronte alle sue responsabilità e che il signore può tornare serenamente in paese».

Un auspicio, quest’ultimo, che potrebbe essere esaudito: «Sicuramente recederà da questa sua legittima presa di posizione dettata momentaneamente dall'istinto», scrive il fratello, che infine conclude: «Forse per me sarà l'occasione per conoscere Sorano accompagnandolo appena possibile». I soranesi li aspettano entrambi a braccia aperte.


 

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