Lucio Corsi al Concertone del Primo Maggio a Roma. Poi il tour da tutto esaurito aspettando l’Eurovision
Il cantautore sarà accompagnato dalla sua band, amici da tutta una vita. Il 12 maggio inizia il “viaggio” negli stadi e ippodromi di tante città italiane e poi si va all’Eurovision
GROSSETO. Ci sarà anche Lucio Corsi sul grande palco di piazza San Giovanni in Laterano a Roma per il tradizionale concertone del 1° maggio, organizzato in occasione della festa dei lavoratori dai tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. Un evento che da sempre raccoglie i grandi nomi della musica italiana e il cantatore di Vetulonia è ormai a tutti gli effetti un big a livello nazionale.
Il singolo “Volevo essere un duro” che lo ha fatto arrivare secondo al Festival di Sanremo, e gli ha fatto vincere il premio della critica “Mia Martini”, nelle scorse settimana ha conquistato il disco d’oro per aver venduto 100mila copie e in queste settimane l’album uscito il 21 aprile, pubblicato dalla Sugar Music, è ora al primo posto della classifica Fimim degli album e della classifica Cd, vinili e musicassette più venduti in Italia, grazie a canzoni apprezzatissime come “Tu sei il mattino”, “Sigarette” o “Francisco Delacroix”, dedicato all’amico fotografo che lo sta seguendo in questo tour da tutto esaurito. Un successo che insomma continua ad andare oltre ogni previsione e che tende ad aumentare: il pubblico ama le esibizioni dal vivo e quell’essere rimasto il ragazzo di sempre.
Lucio al concerto del Primo Maggio si esibirà tra l’altro insieme a Brunori Sas, Gaia, Alfa e Gabry Ponte (che si è guadagnato il pass europeo a San Marino con “Tutta l’Italia) e sarà l’ultimo test prima dell’Eurovision Song Contest di Basilea, nel quale si esibirà due volte, martedì 13 maggio e sabato 17 maggio. Da questa sera, alla Casa della Musica di Napoli, proseguirà intanto l’ultima parte del tour invernale che nei prossimi giorni lo vedrà esibirsi a Padova e per due volte all’Alcatraz di Milano.
«Inseguire le canzoni di città in città – dice Lucio Corsi – è senza dubbio la cosa che amo di più, è la cosa che sogno da quando ero bambino. Salire sul palcoscenico vuol dire incontrare la musica, come dice Paolo Conte in “Alle prese con una verde milonga”; ogni palco è un trampolino verso un’altra realtà, lassù riesco davvero ad immaginare di essere qualcos’altro». Lucio Corsi, il poeta di Val di Campo, si sta esibendo con la solita formazione, la banda con cui suona dal liceo. «Il tipo di approccio al live è stato molto rock’n’roll – prosegue Lucio – tutto riarrangiato e sul palco con me ci sono ci amici di sempre, sette musicisti, un gruppo con tante chitarre ma ci sono anche l’organo, la batteria e i cori. Io mi alterno fra chitarra elettrica, acustica, pianoforte e armonica Questa è la linea da seguire: avere un sacco di strumenti e stare in giro a suonare il più possibile, e spero di continuare così anche dopo settembre». Corsi è accompagnato da Iacopo Nieri (pianista, cori), Giulio Grillo (tastiere, cori), Filippo Scandroglio (chitarra), Marco Ronconi (batteria), Filippo Caretti (basso, cori), Carlo Maria Toller (polistrumentista, cori).
Lucio Corsi il 12 giugno a Mestre inizierà un lunghissimo tour negli stadi e negli ippodromi, alle Capannelle di Roma il 21 giugno per “Rock in Roma” e all’ippodromo Snai di San Siro il 7 settembre per il “Milano Summer Festival”. Nei giorni successivi a Ferragosto si esibirà nella sua Maremma: il 17 agosto al Teatro delle Rocce di Gavorrano e il giorno successivo, il 18, al Summer Nights di Follonica. Inutile dire che i biglietti sono andati a ruba. Per l’estate che verrà qualcosa sta organizzando la sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi, ma prima di tutto Lucio Corsi vuole portare “Volevo essere un duro” ai vertici europei, anche se è stato accolta con un po’ di malumore la sua mancata partecipazione al Pre Party di Madrid, una tappa di avvicinamento all’Eurovision 2025. Un bel piazzamento in Svizzera sarebbe la degna conclusione di tre mesi di successi straordinari: il brano che il cantastorie castiglionese ha tirato fuori dal cassetto dopo averlo scritto ormai un paio d’anni fa è diventato la colonna sonora degli italiani, che lo usano sui social, ma anche dalle televisioni, che anche di recente lo hanno utilizzato per iniziare un servizio su Donald Trump.