Grosseto, un’arma contro i miasmi: verso l’adozione di Nose
Intesa in commissione sulla mozione di Giacomo Gori (M5s). Ma si sono fatte notare le assenze di Arpat e Regione Toscana
GROSSETO. Il problema dei miasmi, dei cattivi odori che ammorbano varie parti della città è sbarcato in quarta commissione consiliare, presieduta da Alfiero Pieraccini. Con un doppio giallo.
L’unico punto all’ordine del giorno partiva da una mozione presentata dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Giacomo Gori, nella quale chiedeva di impegnare il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna (che nei giorni scorsi ha chiesto alla Regione un riesame urgente delle autorizzazioni degli impianti a biogas) e la giunta nell’implementazione di un particolare sistema anche a Grosseto per via dei fatti riguardanti i miasmi olfattivi che vengono imputati agli impianti a biogas che sono intorno alla nostra città. Con l’utilizzo del sistema Nose (Network for Odour Sensitivity, la rete per la snesibilità olfattiva), una web app gratuita realizzata nel 2019 da Cnr e Arpa Sicilia per i principali sistemi operativi di smartphone e tablet, i cittadini potranno segnalare in maniera efficace e puntuale quegli odori e i miasmi che fino a oggi venivano comunicati con i mezzi più vari e non coordinati fra loro, come telefonate, lettere e e-mail ai comuni, al Comando della Municipale o dei vigili fuoco, così come alla prefettura. In questa maniera c’è la possibilità di ottenere in tempo reale statistiche, percentuali e aree di rilevazione delle emissioni, visibili dagli stessi cittadini subito dopo la segnalazione.
Ospiti della quarta commissione, per presentare questo strumento, il dottor Paolo Bonasoni, presidente di Proambiente, collaboratore del Cnr Emilia Romagna, e Tony Cristian Landi, ricercatore all’istituto delle scienze dell’atmosfera e del clima.
«Le emissioni odorigene legate alle attività agricole e industriali del territorio rappresentano un problema significativo per la popolazione di Grosseto - sottolinea Gori - Con l’accoglimento della mozione, il Comune andrebbe a contattare Arpat, il Cnr, il consorzio Proambiente e tutti quanti sono artefici di questa iniziativa per poter organizzare l’implementazione anche nel nostro territorio. L’utilizzo di questo sistema porterebbe un valore aggiunto a quanto fatto finora. Malgrado gli sforzi del Comune, delle associazioni ambientaliste e dei cittadini siamo ancora oggetto di queste emissioni. E nelle scorse settimane c’è stato un aumento dei miasmi e delle lamentele. Nose potrebbe essere un ulteriore strumento in mano all’amministrazione in primis, ma anche per altri soggetti che potrebbero utilizzare i dati che arriverebbe, per poter proseguire le proprie attività nei rispettivi ambiti e nelle rispettive competenze».
Al termine dell’illustrazione del sistema, in sala consiliare si è aperto un dibattito che ha coinvolto i membri della quarta commissione e l’assessora all’ambiente Erika Vanelli; la quale, condividendo l’importanza del problema, ha chiesto di valutare questa implementazione: «Ci sono altre problematiche importanti, a cominciare dall’assenza di Arpat e della Regione Toscana, che non hanno risposto all’invito. Questa app va a individuare determinanti impianti. Noi ne abbiamo però soltanto otto e sappiamo da dove vengono i miasmi, per cui non abbiamo bisogno di individuarli, essendo tutti a biomasse».
I presenti hanno dato il parere favorevole sullo strumento proposto dal consigliere Gori. «Una cosa è dire che quelle emissioni sono riconducibili alle centrali a biogas - sostiene Carlo De Martis - altra cosa è individuare la singola centrale che di volta in volta è autrice, responsabile delle emissioni. Come il sistema Nose prevede, una quantità di segnalazioni avrebbero un effetto deterrente, senza entrare nel merito delle successive azioni giudiziarie. Nel momento in cui c’è una certezza che quell’emissione arriva dalla centrale "X", dopo 15 minuti polizia municipale, Arpat e gli enti competenti vanno a fare una verifica, quell’effetto deterrente può essere un aspetto importante».
A favore di uno strumento che fotografi chiaramente la situazione attuale anche Gino Tornusciolo: «Oltre all’effetto deterrenza, soprattutto dia dati certi, ai quali deve essere dato però un seguito, essere messi in mano a chi ha competenza. La Regione ci deve dare una mano, perché non può bastare una semplice ordinanza del sindaco per risolvere il problema».
Nose va a rafforzare la base testimoniale di una emissione e questo consente l’utilizzo dei dati non solo all’amministrazione, ma anche ai cittadini e alle associazioni. «Il sistema è stato acquisito anche a livello internazionale per la sua affidabilità e dà tutela nei confronti di eventuali azioni», sottolinea Gori. Per l’assessore alla sicurezza Riccardo Megale lo strumento per dare i suoi frutti «va messo in un contesto giuridico che, come tutte le novità, va costruito. Serve un minimo di protocollo nel quale si riconosca questo strumento, che può portare a un intervento. Servirà una nota da parte del ministero, della Regione Toscana, dell’Arpat, Quando si arriva ad esempio a 11 di dato ci vuole qualcuno che intervenga, che sia esso il sindaco, l’autorità sanitaria regionale, l’ufficio ambiente».
Ambientalisti in piazza
Quello di ieri è insomma un punto di partenza, come ha sottolineato Tornusciolo, «di un percorso che può portare alla soluzione». Non si placano, nel frattempo, le polemiche delle associazioni ambientaliste. Comitato Grosseto Aria pulita, Forum ambientalista e Grosseto al Centro, hanno tra l’altro organizzato per domenica alle 16 davanti alla statua di Canapone una manifestazione contro i miasmi.
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