Il Tirreno

Grosseto

Parla l’esperto

Dagli antipasti al sale, i consigli dei medici per il cenone: vademecum per difendersi dagli eccessi


	Un brindisi a tavola (foto di repertorio)
Un brindisi a tavola (foto di repertorio)

Il punto del direttore dell’area igiene pubblica e nutrizione dell’Asl Toscana sud est, Nicola Vigiani

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GROSSETO. Stasera – 31 dicembre – tutti a tavola, tutti insieme. Al rito di fine anno pochi rinunciano e tanti lo trasformano in una “abbuffata” che – unita a qualche brindisi di troppo e subito dopo le mangiate natalizie – rischia di non far bene alla salute. Alcune semplici accortezze possono però aiutare a gestire meglio un pasto più abbondante del solito, come appunto il cenone di San Silvestro. E il direttore dell’area igiene pubblica e nutrizione dell’Asl Toscana sud est, Nicola Vigiani, offre un piccolo vademecum per difendersi dagli eccessi.

Il vademecum

«È bene evitare di saltare la colazione o addirittura il pranzo per compensare cene più abbondanti tipiche del periodo natalizio», spiega Vigiani. «È consigliabile non consumare alimenti solo per tradizione, e questo vale soprattutto per dolci al termine di un pasto molto ricco. È sempre utile, invece, consumare frutta a fine pasto, l’inverno è la stagione degli agrumi che sono particolarmente ricchi di vitamine».

Anche per il Cenone di San Silvestro è bene prevedere degli antipasti e dei contorni a base di verdure: «Pur nel rispetto delle tradizioni gastronomiche – sottolinea il dottor Vigiani – è consigliabile non arrivare già con un senso di sazietà a metà cena. Ecco perché potrebbe essere utile iniziare il pasto con un antipasto leggero e prediligere secondi piatti a base di proteine vegetali come legumi, le tradizionali lenticchie, o pesce, preferibilmente azzurro. Nelle cotture più elaborate, si può optare per quella al forno, più leggera, e limitare il più possibile il consumo di sale, privilegiando l’uso delle spezie per insaporire primi e secondi piatti. Meglio evitare il consumo di bevande gasate e zuccherate che aggiungono ulteriori calorie a pasti già abbondanti e bere alcolici con moderazione».

I cibi

Fondamentale è anche la corretta conservazione dei cibi per consumarli in sicurezza nelle successive 48/72 ore. «Gli alimenti non consumati nell’immediatezza, che siano prodotti primari o già cucinati, devono essere conservati in frigorifero – evidenzia il direttore del Dipartimento di prevenzione, Giorgio Briganti – Se si superano i pochi giorni necessari alla conservazione in frigorifero, è necessario ricorrere al congelamento anche per gli alimenti già cucinati, avendo l’accortezza di riporli in contenitori adatti all’uso (anche quelli usa e getta come sacchetti per freezer) e avendo cura di scrivere la data di congelamento. Il consumo, infatti, dovrà avvenire non oltre i due mesi per alimenti cucinati, sei mesi per quelli crudi non manipolati».

Nella scelta dei cibi da conservare dovrà essere data molta importanza alle condizioni dell’alimento: «Un prodotto fresco – continua Briganti – dovrà essere più integro possibile e non manipolato o spezzettato, in tal caso è meglio cucinarlo prima di conservarlo in frigo o in congelatore. Un prodotto già cucinato potrà essere conservato in frigo o in congelatore solo se non contaminato con altri alimenti o con stoviglie utilizzate per altri alimenti, in tal caso la conservazione è assolutamente sconsigliata. Mai congelare alimenti già scongelati, in tal caso vanno consumati (o cotti) nel più breve tempo possibile. La cosa migliore è non fare grandi scorte di cibo fresco o preparare piatti particolarmente abbondanti, la conservazione prolungata in frigo o in congelatore infatti diminuisce sicuramente la qualità stessa del prodotto».

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