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Storico caffè di Grosseto «chiude per protesta»: stop per una settimana

di Sara Venchiarutti
Il titolare Marco Barcelli del Caffè Ricasoli mentre chiude per protesta la sua attività  (foto servizio Agenzia Bf)
Il titolare Marco Barcelli del Caffè Ricasoli mentre chiude per protesta la sua attività (foto servizio Agenzia Bf)

La decisione del Caffé Ricasoli dopo un’altra rissa sabato: «Qualcosa andava fatto, così è insostenibile andare avanti»

18 ottobre 2024
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GROSSETO. Per una intera settimana le porte del suo bar, lo storico Caffè Ricasoli nell’omonima via del centro, resteranno chiuse. Fino a martedì prossimo. Non perché il titolare, Marco Barcelli, ha deciso di prendersi una pausa e partire per una bella vacanza. O perché deve fare dei lavori.

No, lui chiude perché non ne può più. «Così è impossibile andare avanti», dice mentre di giovedì sera, orario d’aperitivo, fuori dal suo locale non ci sono i classici tavolini, sedie, clienti. Ha deciso di fermare la sua attività per protesta.

E per lanciare un messaggio concreto, che a voce avrebbe potuto perdersi: qualcosa nel centro storico deve cambiare al più presto. Lo spiegano bene i cartelli che ha preparato e affisso in vetrina, all’ingresso. «Noi non ci stiamo, meritiamo più sicurezza per noi e per tutti i cittadini».

Un’altra lite

Li ha realizzati dopo l’ennesima rissa avvenuta tra piazza del Sale e via Ricasoli nella notte tra sabato e domenica scorsi. Era l’una di notte. «Non so come o perché – racconta come testimone Barcelli – diversi ragazzini hanno cominciato a picchiarsi verso piazza del Sale. Un gruppo poi ha cominciato a percorrere di corsa questa via (Ricasoli, ndr), prendendo le seggiole di un locale – che sono di ferro – nonostante ci fossero clienti seduti e lanciandole». E alla fine «si è ritrovato involontariamente nel mezzo anche il mio locale. Volevano prendere anche i nostri tavoli. M’è toccato intervenire per tranquillizzare i clienti». Così la serata è finita. Si è svuotato tutto in un orario in cui ancora la movida dovrebbe essere ben viva. «Il sabato sera – sottolinea Marco – è uno dei fulcri della settimana, il lavoro continua anche fino alle due, due e mezza. Avrò perso un buon 30% dell’incasso della serata».

La scelta

E il giorno dopo ecco di nuovo il dover fare i conti con una notte di caos. Stavolta però è arrivata anche la decisione di mostrare che la misura è colma facendo qualcosa di concreto. Come «chiudere un locale storico della movida del centro nella speranza di lanciare un messaggio forte affinché cambi qualcosa», sottolinea Barcelli.

Ovvio, la perdita economica c’è e non è poca. «Diciamo un notevole incasso mancato», sintetizza con una mezza risata un po’ amara. «Per fare questa protesta – spiega – ho disdetto il gruppo che doveva venire a fare un concerto dal vivo domani (oggi per chi legge, ndr) e anche il dj in programma per la serata di sabato. Però sono stufo. E qualcuno un gesto simile lo doveva fare», dice con convinzione Barcelli mentre sta spostando un tavolino all’esterno. «Poi ci porto qualche sgabello nella speranza che qualcuno voglia farmi compagnia», aggiunge con un sorriso.

È vero, le porte del locale resteranno chiuse, ma le luci no. E lui sarà lì. «Voglio spiegare alla gente il perché di questa mia decisione». È lì fuori da un dieci minuti nemmeno e già un paio di persone si sono fermate.

La petizione

Insieme alla chiusura, infatti, Barcelli ha deciso di lanciare una petizione online su Change.org – in meno di un giorno ha già raccolto oltre 160 firme – di sostegno, ma che contiene anche una possibile soluzione. «In appoggio – ci tiene a precisare – a quanto aveva già proposto il Comune».

L’idea è «quella di istituire – spiega – un servizio di sicurezza con esperti almeno nei giorni di fulcro della movida – non quindi tutti i giorni - e sparsi nei punti nevralgici. La loro presenza può essere un intervento o prima o nel momento in cui la situazione sta degenerando. Persone insomma che sappiano gestire questi fenomeni. Secondo me, a differenza di divieti vari, potrebbe funzionare. Speriamo che il Comune la accolga. Siamo disposti a metterla in pratica con un nostro contributo». Con un obiettivo: «Migliorare la vivibilità del centro storico. A vantaggio di tutti, anche dei cittadini. Noi esercenti siamo i primi a volere che la situazione cambi».

Gli ultimi precedenti

L’ultimo episodio simile raccontato anche sul nostro giornale risale a circa due settimane fa, quando ci fu una lite tra giovani di 14 anni. Le schermaglie iniziarono attorno alle 23 in piazza de Maria, per poi proseguire in piazza del Sale.

Appena dieci giorni prima, tre persone si sono aggredite tra piazza del Sale arrivando fino a via Ricasoli, facendo volare seggiole e spaccando un vaso di fronte a un negozio.

«Questi fenomeni – sottolinea Barcelli – non succedono solo in questo punto del centro storico. Ma le risse sono peggiorate negli ultimi mesi. È da tre anni che sono titolare dell’attività, dove ho lavorato prima di rilevarla. Attività che è qui da 24 anni. Ma situazioni del genere, a questo livello, non le avevo mai viste».l


 

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