Antonello Tonna a “The Voice Senior”: il pianista sopravvissuto al naufragio della Concordia riparte dalla tv – Video
Suonava sulla nave la notte della tragedia al Giglio: «Mi buttai in mare, a salvarmi è stata la musica»
«Dopo la tragedia ho capito che è importante cercare di nutrirci delle cose belle che ci dà la vita, mettendo da parte la negatività». Antonello Tonna, 71 anni, è il pianista della Costa Concordia, la nave da crociera che il 13 gennaio 2012 naufragò al Giglio. In quella tragica notte persero la vita 32 persone, lui invece si salvò. Si buttò in mare vestito e non si tolse neppure gli stivaletti. Nuotò fino allo scoglio davanti alla Concordia in giacca e cravatta.
Da allora sono trascorsi 12 anni e la musica non lo ha mai abbandonato, anzi: i ricordi sono impressi nella sua mente e sono anche raccolti in una canzone dal titolo “Il tempo si è fermato”. Alla musica, forse, deve anche la sua stessa vita. «Per salvarmi mi sono buttato in mare – racconta Tonna a Il Tirreno – Nuotavo e mi dicevo di stare calmo. Mentre nuotavo mi è successo un fatto pazzesco, mi è venuta in mente “Rapsodia in blu” di George Gershwin che avevo suonato poco prima sulla nave. Questo mi ha rasserenato e ho iniziato a nuotare ancora più lentamente: ho raggiunto l’isola e mi sono salvato. Quindi ora apprezzo la vita ancora di più».
La musica lo ha aiutato a raggiungere la terraferma quella notte e lo ha portato anche a Rai 1, come uno dei protagonisti di “The Voice Senior”, la trasmissione condotta da Antonella Clerici. Antonello Tonna ha cantato “Piazza Grande” di Lucio Dalla e, a girarsi per lui dopo la sua esibizione, sono stati tre giudici su quattro: Arisa, Clementino e Gigi D’Alessio (che ha scelto come suo coach). Non si è girata invece Loredana Bertè. Anche a “The Voice Senior” ha voluto ricordare la tragedia della Concordia e le vittime, tra cui Giuseppe Girolamo, il suo collega batterista.
Tonna, autodidatta, ha iniziato a studiare musica già all’età di 12 anni grazie al padre. Dopo gli anni ’70 si è specializzato nel piano bar e ha iniziato la sua attività da pianista e cantante. Si è esibito in prestigiosi hotel e piano bar internazionali a partire dal 1980: da Israele, Caraibi, Capri, Ginevra, Montecarlo, fino alla sua Sicilia. Lo spartiacque della sua vita, però, è proprio la tragedia della Costa Concordia che gli ha permesso di conoscere, per caso, pochi minuti prima del naufragio, una passeggera olandese, che solo dopo scoprirà essere Justine Pelmelay, una nota cantante. Tonna ha iniziato a lavorare sulle navi da crociera nel 2000 e nel 2012 fu il turno della Costa Concordia.
«Alle 21 del 13 gennaio – racconta il pianista – stavo suonando quando una passeggera mi chiese di potersi esibire. Prima le dissi che non era possibile, poi fui incuriosito e cambiai idea dicendole di sì. L’esibizione andò molto bene. Non sapevo, lo avrei scoperto dopo il naufragio, che si trattava di una famosa cantante. Alle 21,30 terminai il mio set, avrei dovuto riprendere alle 22,30. Incerto sul da farsi, decisi di andare al quinto piano. Fu la scelta che contribuì a salvarmi la vita. Là trovai i miei colleghi, parlavamo e guardavamo la balconata sottostante. Verso le 21,45 sentimmo un boato: non avevo mai sentito niente del genere. Pensai che si trattasse di un guasto al motore. La verità è che nessuno di noi si rendeva conto di quello che stava accadendo. Dopo qualche minuto ci fu un blackout, la luce andava e veniva. L’altoparlante invitava alla calma. Iniziammo a sentire la nave che si piegava e allora iniziò il panico, poi sette fischi brevi e uno lungo che significano “emergenza”. Nel frattempo ci eravamo spostati, lo facevamo aiutandoci mani nella mani. Era difficile stare in piedi. Ero stato a braccetto con Girolamo fino a poco prima. Poi iniziarono a calare le scialuppe. Vidi persone che si buttavano dalla nave da circa sei metri di altezza. Vedevo davanti a me uno scoglio e delle luci in lontananza, ma non sapevo che fossimo all’isola del Giglio, decisi di buttarmi».
Tonna tenne sotto controllo la tensione: non sentiva neppure il freddo delle acque gelide di gennaio. Il mare lo ricorda leggermente mosso, ma riuscì ad arrivare allo scoglio. Poco prima gli avevano tirato una cima per farlo salire su una scialuppa ma non ci riuscì. «Dopo un po’ arrivarono gli abitanti del Giglio con le loro torce – prosegue il racconto – Sarò sempre grato a quelle persone: ci portarono in un albergo e lì trovai dei vestiti asciutti e un paio di scarpe numero 45 che riempii di carta perché io ho il 39. La mattina dopo ci portarono a Porto Santo Stefano, poi a Grosseto. Non sapevo che Girolamo fosse morto e che lo avrebbero trovato due mesi dopo. Non avevo idea nemmeno di che fine avesse fatto Justine».
Alla fine dell’esibizione, prima del naufragio, Tonna aveva consegnato a Justine un suo biglietto. «Lei mi cercò e mi disse che stava bene – continua l’ex naufrago – tempo dopo mi mandò un brano in olandese che raccontava la tragedia. Mia figlia ne fece un testo in italiano: insieme a Justine lo abbiamo inciso. Si intitola “Il tempo si è fermato”. Il testo parla di “mani che raccolgono un abbraccio” e di un naufragio che “per sempre ci parlerà”». I due artisti sono stati anche premiati in Sicilia. La carriera artistica di Tonna è poi andata avanti: nel 2021 ha pubblicato l’album “Waves”, un omaggio ai grandi della musica. L’ultimo album è “Atmosphere”. Adesso lo aspetta l’avventura di “The Voice” che sta vivendo con entusiasmo e positività. Quell’entusiasmo e positività che lo contraddistinguono da quel 13 gennaio 2012.