Il Tirreno

Grosseto

Il lutto

Grosseto piange Fabrizio Barsotti, il segretario col calcio e il Grifone nel cuore

di Maurizio Caldarelli
Fabrizio Barsotti nei primi anni Duemila
Fabrizio Barsotti nei primi anni Duemila

Lavorava nel club biancorosso: nel 1988-89 fu chiamato anche dall’Udinese

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GROSSETO. Gli sportivi e la città hanno dato l’ultimo saluto a Fabrizio Barsotti, 87 anni, un grossetano che ha fatto carriera nel mondo del calcio.

Il popolo del Grifone associa il nome di Barsotti al periodo, nei primi anni Duemila, in cui è stato il segretario generale nell’Us Grosseto dell’era di Piero Camilli. Arrivò nell’estate 2002 per il comandante, appena ripescato in serie C2. Rimase nella società biancorossa per tre campionati (due dei quali vinti), prima di sistemarsi alla Colligiana, che fu la sua ultima destinazione. Barsotti approfittò della chiamata di Camilli per tornare ad abitare a Grosseto, inizialmente in un appartamento all’ex Lorena, e successivamente in piazza Volturno, nel quale è rimasto fino agli ultimi giorni della sua vita. E capitava spesso di vederlo in giro per la città con una cartellina sotto braccio, con dei fogli: non era uno al quale piaceva rimanere con le mani in mano.

Figlio di un ferroviere, Barsotti era un grande conoscitore del mondo del calcio. Iniziò a seguirlo da giovane come giornalista, ma il suo sogno di diventare direttore sportivo si avverò qualche anno dopo, grazie alla Sangiovannese, che lo volle nel suo staff negli ultimi anni dell’indimenticabile presidenza Ivo Giorgi. Proprio dal Valdarno (tra l’altro sua figlia vive a Figline) Fabrizio cominciò una nuova e lunga carriera che lo avrebbe portato in club importanti di serie C e serie B, a cominciare al Catanzaro, del quale fu direttore generale negli anni Ottanta.

Nel suo brillante curriculum ci sono anche società di un certo livello come Barletta e anche l’Udinese, nel 1988-1989 chiamato dal patron Pozzo, che gli affidò il delicato ruolo di direttore sportivo.

«Era una persona sempre gentile – lo ricorda Stefano Osti, uno che ha fatto una carriera simile a livello sportivo – mai sopra le righe. Grande conoscitore del mondo del calcio e dei suoi regolamenti, ha lasciato il segno dove è andato. Con una leggenda del Catanzaro come Gianni Improta, che fu al fianco di Barsotti come ds, abbiamo ricordato la sua figura, decantandone le lodi».

«Se chiudo gli occhi – aggiunge Luciano Cafaro, valido team manager del Grosseto di Piero Camilli – lo rivedo dietro alla scrivania a sbrigare le pratiche, con la tranquillità di chi sa il fatto suo. Era molto conosciuto e apprezzato nell’ambiente e la sua professionalità era di aiuto anche ai direttori sportivi».

Fabrizio ha scelto di andarsene in silenzio: dopo l’esposizione della salma nell’ospedale Misericordia di Grosseto, è stato cremato nel tempio di Sterpeto.


 

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