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Il ponte di Pasqua

Il ponte si fa in agriturismo: in Maremma non c’è boom ma grande ottimismo

di Massimiliano Frascino
Il ponte si fa in agriturismo: in Maremma non c’è boom ma grande ottimismo

Blitz di tante famiglie italiane tra le incertezze del meteo e un occhio al portafogli. Premiate le strutture che offrono più servizi e che hanno saputo contenere i costi

08 aprile 2023
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GROSSETO.  Sarà un fine settimana pasquale che porterà soddisfazione al vasto tessuto di agriturismi che operano in provincia. Il tradizionale appuntamento che sancisce l’inizio della stagione turistica dei ponti primaverili non tradirà le attese, anche se calo delle temperature e diminuzione del potere di acquisto delle famiglie produrranno i propri effetti.

La rete degli agriturismi, che fra Maremma e Amiata è composta da circa 1.200 strutture ricettive per almeno 12.000 posti letto, è comunque pronta all’assalto dei vacanzieri. Secondo le previsioni del Centro studi turistici di Firenze, infatti, Pasqua sancirà in Toscana il definitivo superamento del triennio Covid, con un incremento delle presenze stimato in un +9% sullo scorso anno: +9,1% i pernottamenti, +3,8% i turisti italiani e +15% le presenze straniere.

Il turismo rurale nei 135 piccoli Comuni della cosiddetta “Toscana diffusa”, in particolare, che già l’anno scorso era tornato ai livelli antecedenti la pandemia (a differenza delle città d’arte), quest’anno crescerà dell’8,3%. Con una lievitazione delle presenze nelle attività extralberghiere del 5,3%.

Se questa è la tendenza generale, ogni territorio ha poi le proprie peculiarità. Tanto più la provincia di Grosseto, caratterizzata da una grande varietà dell’offerta, distribuita dalla fascia costiera alla collina, fino alle aree montane. «Gli agriturismi maremmani sono abbastanza pieni per questo ponte pasquale, con una saturazione stimata intorno all’80% e presenze soprattutto italiane», spiega il presidente di Agriturist Grosseto e componente di Confagricoltura, Saverio Bazan, che esprime soddisfazione per l’andamento di una stagione che si preannuncia in linea con quella dell’anno precedente, nonostante il raddoppio dei costi di gestione e l’aumento delle tariffe contenuto entro il 20%: «Abbiamo una situazione omogenea in provincia di Grosseto in cui la clientela è quasi al 100% rappresentata da italiani con famiglia. In generale si registrano soggiorni brevi, che prevedono due o tre pernotti. Infatti, soprattutto per i nuclei familiari la scelta è condizionata da una ragione economica, ma anche dettata dal rispetto del calendario scolastico».

Impressioni confermate da Andrea Mazzanti, direttore di Farm Holidays, la società commerciale di Agriturist che si occupa di promuovere le oltre 50 aziende associate a Confagricoltura specializzate nell’offerta agrituristica: «A registrare il tutto esaurito sono in modo particolare gli agriturismi dotati di ristorante e che possono offrire servizi di degustazione, mentre sono un po’ più in sofferenza le strutture ricettive che garantiscono solo il servizio delle camere. Quest’anno – aggiunge – il clima poco clemente ha acuito il fenomeno delle prenotazioni last minute che caratterizzano da sempre il ponte pasquale. Abbiamo ricevuto molte richieste di informazione, alle quali non sono sempre seguite le conferme».

E spiega: «Il fenomeno è dovuto soprattutto alla diminuzione di potere d’acquisto da parte delle famiglie, che prima di fare una scelta comparano più situazioni. Meno problematica, invece, la situazione, delle coppie. Va infine tenuto conto del fatto che quest’anno si sono riaperti un po’ tutti i mercati e le persone hanno desiderio di viaggiare, trovando offerte competitive anche per soggiorni all’estero».

In questo periodo dell’anno, il mercato principale per gli agriturismi della Maremma rimane quello della Toscana, seguito dalla Lombardia, da Roma per il sud della provincia, e dal Veneto. In crescita le presenze di tedeschi, svizzeri, austriaci, francesi, cechi e ungheresi.

Alessia Stella, responsabile grossetana dell’associazione di prodotto della Cia “Turismo Verde” (che rappresenta 450 aziende, per circa 4.500 posti letto) coglie altre sfumature in una tendenza ritenuta comunque positiva: «Quest’anno ci lasceremo alle spalle due anni anomali nel corso dei quali gli spostamenti dei turisti sono stati molto vincolati. Il ritorno che abbiamo dai territori è che le strutture ricettive della fascia costiera, quanto a presenze, sono in leggera contrazione rispetto allo scorso anno, mentre vanno meglio le aree collinari e quelle in prossimità di siti termali e aree protette».

E poi continua: «Le aziende agrituristiche in grado di offrire più tipologie di servizi, dalle degustazioni alla vendita diretta dei prodotti tipici fino a trekking ed equiturismo, lavorano ovviamente con maggiore continuità e soddisfazione. Quella pasquale è una vacanza tradizionalmente breve, nel corso della quale si privilegiano attività concentrate. Rimane il dato di fondo che la Toscana è una destinazione piuttosto cara per il ceto medio».

Secondo Agriturist, il trend positivo delle prenotazioni proseguirà per i ponti di 25 aprile e 1° maggio, con grande attenzione alla spesa del soggiorno. «Pasqua e gli altri ponti primaverili – chiosa Bazan – dovrebbero portare a un’occupazione di circa 10mila posti letto che, distribuiti in otto giorni di lavoro, significano qualcosa come 80mila presenze, per un incasso che supera i 3 milioni di euro, vale a dire dai 2 ai 3mila euro medi per struttura».

Infine, un riferimento al contenimento dei costi di soggiorno che le strutture agrituristiche maremmane hanno operato. «L’ultima cosa che vorrei sottolineare – conclude Bazan – è la maturità imprenditoriale dei nostri agriturismi che, a fronte di un raddoppio dei costi di gestione, hanno contenuto l’aumento delle tariffe entro il 20% con una equivalente qualità dei servizi offerti, disponibili in tal modo a ridurre la marginalità del loro profitto. Mi sembra il tratto più importante da rimarcare, nonostante una burocrazia sempre oppressiva e difficoltosa da gestire».
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