Il Tirreno

Grosseto

Addio al reduce di Matapan Stenio se n’è andato a 95 anni

di Michele Nannini

Mezzetti era l’ultimo sopravvissuto alla drammatica battaglia navale in Grecia Con altri soldati si salvò la vita restando sulla scialuppa di salvataggio per giorni

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FOLLONICA. Era l’ultimo reduce della battaglia di Capo Matapan ancora in vita. Quell’episodio della Seconda Guerra Mondiale lo raccontò al Tirreno la scorsa estate nel 75° anniversario dell’affondamento dell’incrociatore Zara, ricordi ancora nitidi nella mente del cavalier Stenio Mezzetti, il 95enne follonichese scomparso qualche giorno fa nella sua casa di via Roma.

Mezzetti era sottocapo meccanico nell’incrociatore che faceva parte del battaglione della Regia Marina inviato nel marzo del 1941 a mettere sotto pressione i convogli britannici in transito fra le coste egiziane e quelle greche; un’operazione che rappresentò una delle sconfitte più drammatiche della storia italiana e che evidenziò l’inadeguatezza della marina militare tricolore. Dopo che Mezzetti aveva smontato dal servizio in caldaia nel pomeriggio del 28 marzo gli inglesi attaccarono il convoglio italiano, lo Zara fu colpito e i superstiti si gettarono a decine in mare con le scialuppe di salvataggio. Il sottocapo follonichese con altri 15 marinai rimase a lungo in acqua, poi i britannici cominciarono a recuperare i naufraghi iniziando dall’equipaggio dell’incrociatore Pola e passando poi alle altre scialuppe. Quando la salvezza sembrava ormai imminente, con un caccia inglese pronto a recuperare la scialuppa di Mezzetti, un ricognitore tedesco raggiunse il punto del naufragio e costrinse la flotta britannica a ripartire: morirono due marinai mentre gli altri rimasero fino al 31 marzo soli in mezzo al mare senza cibo e acqua fino all’arrivo della nave ospedale Gradisca. Mezzetti tornò in Italia e dopo il ricovero in ospedale e un breve periodo di licenza a Follonica ripartì e si imbarcò sulla Vittorio Veneto. «Per quello che mi era successo potevo anche chiedere il congedo - raccontò al Tirreno - ma mi sentivo italiano e sapevo che in quel momento c’era ancora bisogno di me, rimasi in missione altri 15 mesi fino all’8 settembre».

Nel 1989 il sottocapo organizzò a Follonica un raduno dei reduci della battaglia andata in scena nelle acque a sud del Peloponneso durante la quale morì un altro follonichese, Mario Bindi, in servizio sul cacciatorpediniere Carducci. In questi anni Mezzetti aveva coltivato la passione della scrittura, una vastissima produzione che ricordava la Maremma di altri tempi con le sue storie, i suoi usi e i suoi costumi; ma anche racconti dei viaggi compiuti intorno al mondo.

Nei giorni scorsi Stenio Mezzetti è stato cremato a Livorno e adesso riposa nel cimitero comunale di Follonica. Alla famiglia le condoglianze della redazione de Il Tirreno.

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