Schettino, confermata la condanna a 16 anni
Dopo otto ore di Camera di consiglio la sentenza della Corte d'Appello ha ribadito quella pronunciata dal Tribunale di Grosseto. Interdizione per 5 anni da tutte le professioni marittime, aumentati anche alcuni risarcimenti
FIRENZE. Confermata la condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della Concordia a Francesco Schettino, l'ex comandante della nave. Lo ha deciso stasera, martedì 31 maggio, la corte d'appello di Firenze. I giudici di secondo grado sono usciti intorno alle 20.30, dopo una camera di consiglio durata oltre otto ore: si erano riuniti alle 12:15 circa. L'unico imputato, Francesco Schettino, era assente: ha preferito rimanere a Meta (Napoli).
La corte ha confermato la sentenza di primo grado nei confronti del comandante della Costa Concordia inflitta dal tribunale di Grosseto il 9 febbraio 2015: 16 anni di reclusione e un mese di arresto. Il processo d'appello si era aperto il 28 aprile scorso: dieci in tutto le udienze.
Dieci udienze tonde, a Firenze, per il processo di appello a Francesco Schettino chiudono un altro pezzo di storia giudiziaria del naufragio della Costa Concordia, il più imponente disastro navale in epoca recente che ha avuto un'eco mondiale finora insuperata. In circa un mese, dal 28 aprile al 31 maggio, si è svolto il secondo processo che ha confermato la condanna di Schettino a 16 anni per tutte le accuse principali, dall'omicidio colposo per i 32 morti, alle lesioni fisiche e psicologiche causate a decine di passeggeri, all'abbandono della nave mentre c'erano ancora persone incapaci a bordo, al naufragio colposo, alle false comunicazioni date alle capitanerie.
Aveva impugnato la sentenza di primo grado anche il pubblico ministero, che chiedeva una pena più alta: in questo la procura di Grosseto ha trovato sponda nella procura generale distrettuale che ha stimato in 27 anni la richiesta da farsi ai giudici di appello.
Schettino è sempre stato assente alle udienze di Firenze per mantenere un profilo basso, anche per evitare pressione mediatica. Un atteggiamento diverso da quello avuto nel processo di Grosseto dove ha assistito a quasi tutte le udienze, tranne che alla lettura della sentenza.
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Il processo di primo grado - con 100 faldoni e 56.000 pagine - cominciò formalmente il 9 luglio 2013 con un'udienza lampo, a causa di uno sciopero degli avvocati. Le parti iniziarono poi ad affrontare il tema dal 17 luglio 2013. Da lì, dopo 71 udienze e circa 600 ore di dibattimento, con 180 testi e 18 periti, arrivò la sentenza pronunciata dal collegio del tribunale di Grosseto il 9 febbraio 2015 al Teatro Moderno.
Quest'anno il secondo grado, col processo di appello al palazzo di giustizia di Firenze scaturito dai ricorsi, non solo dell'imputato e dell'accusa, ma anche delle parti civili. Naufraghi e enti pubblici, tra cui ministero dell'Ambiente, Comune dell'Isola del Giglio, Regione Toscana, rispetto alla prima sentenza volevano ottenere dai giudici penali un incremento dei risarcimenti, non tanto da Schettino quanto dal responsabile civile nel processo ossia Costa Crociere spa, la compagnia di navigazione proprietaria della Concordia. Ma il verdetto di primo grado è stato confermato largamente confermato anche riguardo ai risarcimenti.
Aumentata l'interdizione. Confermando la sentenza di condanna a 16 anni e un mese di arresto, la Corte d'appello di Firenze ha inflitto però una pena accessoria più pesante per Francesco Schettino: l'interdizione per 5 anni da tutte le professioni marittime. In primo grado l'interdizione, per 5 anni, era solo per l'attività di comandante di una nave, accompagnata anche dal divieto dell'uso del titolo di comandante. La corte ha così accolto una richiesta contenuta nel ricorso fatto dalla procura di Grosseto avverso alla sentenza di primo grado. La pena accessoria è stata inflitta in relazione all'imputazione di naufragio colposo.
Salgono anche i risarcimenti. La Corte d'appello ha inoltre rideterminato per parte dei naufraghi le somme a titolo di risarcimento danni, aumentandole di una media di 15 mila euro a persona circa. Questo quanto stabilito nella sentenza emessa stasera dai giudici di secondo grado contro Francesco Schettino. Per il Comune del Giglio è stata confermata una provvisionale da 300.000 euro per il danno non patrimoniale. Soddisfazione parziale di alcuni legali di parte civile che hanno annunciato di voler proseguire nelle loro istanze per ottenere risarcimenti più consistenti.
Costa Concordia: il timelapse della demolizione:
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Delusa la difesa. Delusione nella difesa di Schettino per la sentenza di appello che conferma la condanna a 16 anni di reclusione e un mese di arresto. "Dobbiamo capire perché i giudici di secondo grado sono arrivati a questo ragionamento, dobbiamo leggere le motivazioni, è chiaro che la sentenza non è andata incontro alle nostre argomentazioni". Così l'avvocato Donato Laino, uno dei legali di Schettino, uscendo dal palazzo di giustizia di Firenze dopo la lettura della sentenza. Ai giornalisti che gli chiedevamo commenti da parte del comandante Schettino, l'avvocato ha risposto: "Lo dobbiamo ancora avvertire, dateci il tempo di farlo".
I pm non commentano. Nessun commento ma palese soddisfazione tra i banchi dell'accusa. Il sostituto procuratore generale Giancarlo Ferrucci non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. I pm di Grosseto Alessandro Leopizzi e Maria Navarro, pubblica accusa al processo di primo grado, presenti a palazzo di giustizia di Firenze, si sono limitati a dire ai giornalisti di osservare la soddisfazione che avevano sul volto.
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Legale Costa: sentenza equilibrata. "La sentenza è una copia conforme a quella di primo grado. E' una sentenza equilibrata". Lo ha detto l'avvocato di Costa Crociere spa, Marco De Luca, uscendo dal palazzo di giustizia di Firenze. L'ex procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, si è detto invece solo parzialmente soddsfatto: "Sono contento perché è stato confermato l'impianto accusatorio, ma si tratta comunque di una sentenza mite, Schettino meritava di più per quello che ha fatto". L'ex procuratore, ora in pensione, aveva guidato l'inchiesta sul naufragio della Costa Concordia e oggi era a Firenze anche se non presente in aula. Al processo di primo grado la procura aveva chiesto per Schettino 26 anni di reclusione, mentre la Procura generale di Firenze aveva ulteriormente rincarato la dose chiedendo 27 anni e 3 mesi.