Schettino: "Qualcuno si spaventò e la mia manovra fallì"
Il collegio del tribunale di Grosseto ha ammesso nuove prove della procura. Il comandante: "Se la manovra veniva eseguita come la indicai, evitavamo gli scogli". Il tribunale ha rinviato la decisione sulla perizia della nave
Nuova udienza del processo per il naufragio della Costa Concordia, che è costata la vita a 32 persone. Il collegio del tribunale di Grosseto ha ammesso nuove prove della procura: tra queste i video di bordo registrati dalle telecamere di sorveglianza del servizio di security. Le immagini, da tempo sotto sequestro, mostrano con ulteriore dettaglio, rispetto ai materiali audiovideo già esaminati nell'incidente probatorio dell'ottobre 2012, le fasi del naufragio, il soccorso ai passeggeri, il panico a bordo e le operazioni svolte nell'emergenza. Il collegio ha ammesso le nuove prove con un'ordinanza. In aula anche la moldava Domnica Cemortan coi suoi avvocati (FOTO).
SCHETTINO: "QUALCUNO SI SPAVENTÒ E LA MIA MANOVRA FALLÌ"
"Qualcuno del bridge team, il team in plancia si spaventò, per inesperienza, credo. E la manovra per correggere la rotta che ordinai correttamente, come risulta dalla perizia, non riuscì. Perciò sbattemmo contro gli scogli del Giglio. Se la manovra veniva eseguita come indicai, evitavamo gli scogli. Il timoniere capì gli ordini ma qualcun altro dei miei ufficiali in plancia no, forse perchè si spaventò''. Lo ha detto Francesco Schettino ricordando a margine del processo le fasi immediatamente precedenti all'urto. Schettino e i suoi difensori hanno riferito che dall'audio della "scatola nera" si sente ''un colpo secco, una specie di interferenza come se qualcuno si avvicinasse al timone. Non sappiamo a cosa attribuire questo colpo ma è come se durante una manovra automobilistica il passeggero accanto al conducente intervenisse sul volante''.
VIDEO Il dossier sulla Concordia
La controvirata necessaria allo "scodinzolo" per disimpegnare la nave dalla rotta presso gli scogli, perciò non riuscì, secondo Schettino, il quale ha evidenziato che poteva ''contare su due primi ufficiali in plancia e altro personale''. ''Peraltro io potevo stare al telefono - ha anche detto sempre riferendosi alle fasi prima dell'urto - perchè stavamo facendo un passaggio che il bridge team poteva gestire autonomamente, perchè si trattava di un passaggio in mare, non di inchino, che invece richiede che la conduzione della nave sia del comandante. Meno male che mi accorsi della schiuma del mare, e potei intervenire per far 'derapare' la nave altrimenti andavamo dritti contro gli scogli''.
IL TRIBUNALE RINVIA LA DECISIONE SULLA PERIZIA DELLA NAVE
Il collegio del tribunale di Grosseto dopo camera di consiglio ha rinviato la decisione su una nuova perizia da farsi a bordo del relitto della Costa Concordia. Lo farà dopo aver sentito tutti i periti nominati dal gip per l'incidente probatorio, i quali saranno convocati per la ripresa delle udienze del processo, dal 23 settembre.
La difesa di Schettino e il Codacons avevano richiesto una perizia urgente a bordo della nave prima del raddrizzamento e della rimozione del relitto, per esaminare gli apparati di bordo, tra cui le porte stagne e i generatori d'emergenza, temendo un mutamento dello stato del relitto. La procura e l'Avvocatura dello Stato si sono opposti. Il collegio non ha ravvisato l'urgenza e comunque, anche in ragione di una pericolosità per l'incolumità individuale di periti e consulenti, che dovrebbero immergersi in acqua per esaminare gli apparati sotto il livello del mare, ha disposto che un'eventuale perizia a bordo potrà essere effettuata solo nella fase successiva al raddrizzamento e al galleggiamento della nave. In aula si è discusso anche delle possibili tempistiche date appena ieri dall'Osservatorio sull'emergenza della Concordia.
La convocazione in aula dei periti dell'incidente probatorio sarà propedeutica alla decisione del collegio se fare questa nuova perizia o no: il collegio ha riservato a questa attività di esame dei periti le udienze dal 23 al 27 settembre. Il collegio ha respinto la richiesta della parte civile Sos Concordia a fare il sequestro conservativo di una nave a fini risarcitori. Il collegio ha invece stabilito, su richiesta di Costa spa, di dissequestrare scialuppe e imbarcazioni di salvataggio rimasti custoditi finora a Talamone.
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