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Udinese avversario non facile nuova rotazione di Palladino

di Francesco Gensini
Nella foto Gosens
Nella foto Gosens

Fiorentina: via libera a Kayode, rientro di Ranieri e Gosens nei rispettivi ruoli

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FIRENZE. Dopo due trasferte (Bologna in campionato e Guimaraes in Conference League) con una sconfitta e un pareggio come risultati messi in valigia, la Fiorentina torna a casa e, si sa, a casa si sta sempre meglio. Specie la squadra viola che a Firenze ha spesso scritto le pagine più illustri e gloriose della propria storia ormai centenaria, forte di un rapporto quasi simbiotico con i tifosi che trova pochi riscontri per modi e situazioni. E allora, con queste premesse, sotto con l’Udinese: avversario non semplice, fisico e motivato, ma i friulani se la devono vedere con il Franchi e la sua gente. Anche in questo momento che sarà lungo purtroppo almeno un paio d'anni, momento in cui lo stadio di Campo di Marte si presenta nella sua veste peggiore e i novant’anni e più c’entrano però fino a un certo punto, mentre incide tanto l’inizio dei lavori che ha riguardato la Curva Fiesole e che offre una visuale sconfortante, desolante, un senso di abbandono che non fa bene agli occhi e al cuore di chi al Franchi ora e Comunale prima ci ha trascorso una vita. Per non parlare della capienza ridotta a metà, con tutto quello che ne consegue a livello di ambiente, ma pure a questo ci hanno pensato i sostenitori viola, la Curva Fiesole in primis diventata Curva Ferrovia, raddoppiando se possibile tifo e calore. Insomma, Palladino e i suoi anche domani conteranno sull’apporto del pubblico per venire a capo dell’Udinese, conteranno sul fattore Franchi che significa imbattibilità interna dallo scorso 30 marzo (1-2 contro il Milan) e si parla ovviamente nei novanta minuti, quindi non entra dentro al conteggio la recente eliminazione in Coppa Italia ai calci di rigore per mano dell’Empoli: in totale sono 19 le partite utili in casa (13 vittorie e 6 pareggi, compreso appunto quello con gli azzurri di D’Aversa, perché al 90’ era finita 2-2) e bisogna tornare indietro fino al 2008 e alla Fiorentina di Cesare Prandelli per ritrovare una serie del genere, quando tra febbraio e novembre le gare senza sconfitta al Franchi furono venti. Lazio, Milan, Roma, Verona e Cagliari: sono le formazioni che dal 22 settembre, cioè tre mesi esatti, sono passate da Firenze e tutte hanno trovato disco rosso in campionato contro De Gea e compagni, e ora prima della chiusura del 2024 rimane soltanto l’Udinese (l’anno la Fiorentina lo finirà domenica prossima Torino contro la Juventus), da ieri, ritorno in campo per l’allenamento, l’obiettivo che affolla i pensieri di tutti al Viola Park. Con un’idea fissa: vincere e rilanciarsi in classifica dopo la sconfitta di sette giorni fa a Bologna. Palladino ci proverà ruotando nuovamente gli uomini a disposizione e tornando a un undici di partenza stile-campionato, fatte salve ovviamente alcune variazioni sempre rispetto al Dall’Ara, un po’ per scelta e un po’ forzate. Forzata sarà la rinuncia a Dodô squalificato, e allora via libera a Kayode, occasione d’oro per “Mike” in un’annata che finora gli ha riservato davvero solo le briciole (appena 34 minuti disputati in Serie A da agosto a oggi). Per scelta, il rientro (rispetto a Guimaraes) di Ranieri e Gosens nei rispettivi ruoli in difesa e di Cataldi e Adli a centrocampo, poi si va nel campo delle ipotesi che solo la rifinitura odierna avrà il compito di trasformare in soluzioni: tipo Pongracic per far rifiatare Comuzzo e Sottil più di Beltran nel terzetto con Colpani e Gudmundsson alle spalle di Kean.

Francesco Gensini


 

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