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Bomber, continuità e quei secondi tempi: ecco perché la Fiorentina vola

di Francesco Gensini
Bomber, continuità e quei secondi tempi: ecco perché la Fiorentina vola

Da quando Palladino ha trovato la formazione tipo la squadra fa sognare: Kean e Gudmundsson le perle

02 novembre 2024
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FIRENZE. Più bella del 2-1 al Milan forse no, anzi sicuramente no, perché quella vittoria è stata al Franchi e in casa propria ha un altro sapore, e poi il modo, i due rigori parati da De Gea, il sorpasso sui rossoneri firmato da Gudmundsson, lo spessore dell’avversario, insomma tutte componenti che hanno elevato la serata al rango di serata perfetta finora in questa stagione anche per prendere consapevolezza definitiva dei propri mezzi: ma la vittoria e la serata di due giorni fa a Genova hanno tutto per assomigliarvi al punto tale da ricalcarne i connotati e prova ne sia il “monte” che Palladino e tutto il suo staff hanno fatto davanti alla panchina quando Chiffi ha fischiato tre volte al sesto minuto di recupero.

Tutti abbracciati ad esultare per un successo che catapulta la Fiorentina al terzo posto assoluto in classifica alla pari di Atalanta e Lazio: davanti soltanto Napoli e Inter. Ma nessuna vertigine da altezze considerevoli, semmai un po’ di sana euforia da aria rarefatta, perché sono i numeri a consentire alla squadra viola di stare lassù con merito. Numeri di rilievo, in qualche caso eccellenti, e il riferimento ovviamente è a quanto fatto da Quarta e compagni (giovedì l’argentino con la fascia al braccio, capitano affatto simbolico del gruppo) dal 17 agosto giorno del debutto in campionato a Parma a giovedì appena messo alle spalle: e se gli estremi sono questi, il punto di svolta ormai noto e riconosciuto è rappresentato dall’intervallo di Fiorentina-Lazio del 22 settembre.

Palladino ha finalmente deciso di abbandonare la difesa a tre che stava dando solo problemi, ha puntato dritto sulla difesa a quattro che era l’opzione di riserva sempre tenuta lì al bisogno, ha sfruttato il rientro di Gudmundusson per dare più peso all’attacco schierando l’ex Genoa trequartista centrale nella linea a tre a supporto di Kean, ha scelto una formazione-base e la Fiorentina ha preso il volo.

Acquisendo d’un colpo identità, gioco e risultati: e a Genova anche carattere e determinazione feroce da grande squadra, capace di vincere partite brutte e sporche. E allora ecco i numeri che fanno luccicare gli occhi dei tifosi, che premiano il lavoro di Palladino ed esaltano i singoli rinforzi estivi dando ragione quasi in toto ai dirigenti viola. Basta dare un’occhiata a quello che succede da altre parti e altri club ben più spendaccioni di quello viola per rendersene conto.

Intanto, parlando di numeri, i punti in classifica: 19. Mai così tanti dalla stagione 2015-16, quella con Paulo Sousa in panchina e dei sogni di gloria interrotti a gennaio per un mercato senza aggiunta di qualità che non è andato di pari passo al cammino della squadra e, anzi, ne ha inibito le ambizioni. Tanti e utili a comporre un terzo posto che è il punto più elevato in classifica per la Fiorentina da allora a oggi. E qui entra in ballo il discorso di prima sul cambio di passo dall’intervallo con la Lazio: di questi 19 punti, ben 16 la Fiorentina li ha ottenuti da quando ha rovesciato il risultato contro i biancocelesti di Baroni (da 0-1 a 2-1 grazie alla trasformazione tattica e a un super Gudmundsson dal dischetto) al Genoa, con ben cinque vittorie e un unico pareggio (0-0 ad Empoli la domenica successiva della Lazio).

Proprio la ripresa, intesa come secondo tempo, sta diventando il cavallo di battaglia della squadra viola che, considerando le partite dal 46’ al 90’, ha messo insieme ben 22 punti (sono 12 invece nei primi tempi) come nessun’altra avversaria è riuscita a fare, subendo appena un gol in dieci “riprese” che diventa zero gol nell’ultima mezz’ora di ciascuna gara.

Numeri abbastanza impressionanti che fanno ancora più impressione considerando che le vittorie consecutive adesso sono sei tra campionato (4) e Conference League (2) e che i risultati utili consecutivi sono ben otto sempre dall’Atalanta in avanti, dopo quella che è stata al momento la prima e unica sconfitta in stagione. Striscia di gran significato a cui hanno contribuito ben tredici marcatori, sempre sommando le due competizioni, con Kean a fare la parte del bomber scelto (7 gol). Che a Genova nemmeno c’era (oltre a Gudmundsson): per dire il livello raggiunto da questa Fiorentina che fa sognare.
 

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a cura di Libero Red Dolce
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