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La Fiorentina si è ritrovata, le chiavi della vittoria contro la Lazio: Gud, la difesa e le scelte del mister

di Francesco Gensini
La Fiorentina si è ritrovata, le chiavi della vittoria contro la Lazio: Gud, la difesa e le scelte del mister

Vittoria sofferta dei viola che nella ripresa hanno trovato equilibrio in difesa. Il tecnico viola: «Era difficile ribaltare questa partita, ho grandi uomini»

22 settembre 2024
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FIRENZE. Gudmundsson e la difesa a quattro: la vittoria, la prima in stagione dopo cinque pareggi e una sconfitta, è la cosa che più conta e su questo non ci sono dubbi perché permette alla Fiorentina di togliere lo zero che tanto dava fastidio e procurava problemi, di fare un salto in avanti in classifica, di aggiungere qualche certezza a scapito di qualche dubbio e di aumentare la fiducia e l’autoconsapevolezza all’interno del gruppo. E fin qui ci siamo.

La mano di Palladino

Ma il 2-1 sulla Lazio si può e si deve leggere anche sfruttando l’assioma di partenza: l’ingresso dell’islandese ha trasformato la squadra viola e il fatto che sia coinciso con la correzione tattica non è un probabilmente un caso. Anzi, senza probabilmente. Gud ha dato la qualità che serviva, ma ancor prima la squadra viola si è data un equilibrio in fase difensiva che prima non aveva. Due riprove: De Gea ha tenuto su i suoi nei 45’ iniziali (quelli con la difesa a tre), mentre nella ripresa si ricorda una sola parata del portiere spagnolo che ha rischiato davvero sul colpo di testa di Guendouzi che si è stampato all’incrocio. La seconda: la correzione in corsa di Palladino dopo i cambi è andata a intervenire dalla metà campo in avanti, quando è passato al 4-2-3-1 che spesso era 4-4-1-1 per il compito degli esterni offensivi di contenere i terzini della Lazio che avanzavano, ma dietro sono rimasti sempre Dodô, Comuzzo, Ranieri e Gosens, cioè la linea arretrata che si è venuta a determinare con la sostituzione di Biraghi con Ranieri.

Gudmundsson al centro del progetto

La chiave di volta: oltre a quella che ha messo Gudmundsson finalmente al centro del progetto. «Sono felice - ha detto l’islandese - per i due rigori realizzati, ma ancora di più per il successo. Mentalmente ero pronto dal primo momento e in queste settimane mi sono allenato duramente per raggiungere il livello dei miei compagni sotto il profilo atletico. Non poteva andare meglio di così». Meglio di così, in effetti, era difficile. Anzi, impossibile. Due rigori a favore dalla Fiorentina e due rigori realizzati. Erano passati tre minuti dall’inizio della ripresa, poco di più nel momento in cui Gud ha spiazzato Provedel: palla a destra, estremo difensore biancoceleste a sinistra. E quando la situazione si è ripetuta al 45’, non ha avuto dubbi a prendere la responsabilità del dischetto togliendola a Kean che si era proposto con altrettanta personalità. Pallone al centro, Provedel a destra, 2-1 per la Fiorentina e prima vittoria viola in stagione. Due squilli, due acuti, dentro una gara in cui Gudmundsson ha giocato con luce intermittente come però non poteva essere diversamente, considerando che l’ultima partita dell’ex Genoa risaliva a quattro mesi fa: di più non gli era possibile sotto il profilo della continuità di rendimento, ma basta e avanza realizzare due rigori utili a ribaltare la partita dallo 0-1 al 2-1 per qualificare la sua prestazione. Quello che voleva, quello che fa sorridere la Fiorentina per l’immediato futuro.

Il derby in vista

Dentro c’è altro nel successo ai danni della Lazio e Palladino farà leva su quello che si porterà dietro di positivo per dare un seguito immediato ai tre punti ottenuti ieri, magari già dal derby di domenica a Empoli: ce ne sono di spunti, così come di elementi negativi su cui intervenire perché nel primo tempo Biraghi e compagni avevano sofferto.

Il punto ce lo mette proprio il tecnico campano. «Aspettavamo questa vittoria che è arrivata dopo che la partita si era complicata, ma nella ripresa mi è piaciuto lo spirito di gruppo. Ho capito che ho un grande gruppo e grandi uomini, perché ribaltarla non era facile».l

 

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