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Il bambino prodigio diventa grande: Ikoné, la freccia pronta a trafiggere

Il bambino prodigio diventa grande: Ikoné, la freccia pronta a trafiggere

Dopo il difficile avvio, come il gabbiano Jonathan Livingston, ora è l’arma in più per scardinare le difese avversarie

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FIRENZE. Non ha mai creduto all’apparenza, a quell’immagine di lui che veniva fuori quando si avvitava nel tentativo di costruire il movimento perfetto. Come il gabbiano Jonathan Livingston, Ikoné è andato oltre, scoprendo quello che di sé già conosceva e mettendolo sotto gli occhi di tutti. C’era riuscito a Napoli, un anno fa, quando al Maradona, nel tempio del “dio del pallone”, poi però si è come smarrito.

Italiano ed il suo staff non si sono mai arresi. Hanno continuato a concedergli spazio, pure a costo di rimediare fischi (come accaduto col Riga), fin quando gli “schiaffi” non si sono trasformati in carezze e applausi, nel giro di poche ore. Col Verona, ha messo in vetrina gran parte del suo repertorio migliore: la velocità negli scatti, la capacità di saltare l’uomo come fatto col Lille, nell’anno dello scudetto francese, e l’intelligenza tattica per portarsi a spasso i difensori avversari. Sì, forse i gialloblù di Cioffi non hanno opposto troppa resistenza, ma quello che conta è che il francese abbia ritrovato finalmente il sorriso. Ha festeggiato – con parsimonia, come da tradizione – la rete sui social e subito dopo ha staccato la spina, pronto a fare il pieno d’energia in vista del prossimo tour de force: lo sa bene che d’ora in avanti saranno davvero tutte finali, in campionato per provare a scalare posizioni in classifica, e più che mai in Europa, per spazzare via l’onta dell’ultimo posto nel girone. Sarà costretto a saltare la sfida contro gli scozzesi dell’Hearts, a Edimburgo il prossimo 6 ottobre per scontare il turno di squalifica figlio del doppio giallo di Istanbul e proprio per questo il primo “graffio” punta a darlo alla ripresa della Serie A, a Bergamo contro l’Atalanta. Deve solo riavvolgere il nastro, non cambiando gli ingredienti messi, fin qui, a disposizione del gruppo. Domenica scorsa è stato il giocatore capace di tirare più volte in porta (due come Venuti), quello ad essersi costruito due potenziali occasioni da rete e pure uno dei più ispirati quanto a passaggi chiave realizzati, con una precisione assoluta, pari al 100% (dati Lega Calcio). È stato il più scattante, con una velocità in sprint di oltre 33 chilometri orari, più lesto di “Speedy” Nicolas Gonzalez (32,61) e persino di Kouame (32,7): tocca a lui, adesso, riprendersi tutto. Senza nessun tipo di timore reverenziale, anzi mettendoci maggior sfrontatezza possibile.

Arrivato lo scorso dicembre dalla Ligue 1, ha faticato più del previsto ad accendersi i riflettori addosso. Un po’ per la lingua, un po’ per la diversità del campionato, Ikoné ha viaggiato a lungo a scartamento ridotto, “schiacciato” dal peso delle aspettative della città, che dei suoi movimenti osservati su YouTube si era da subito innamorata e di quei 15 milioni d’investimento fatto dalla società pur di portarlo in viola. Italiano, del suo Johnny, non ha mai smesso di fidarsi: lo ha difeso da tutto e da tutti, senza curarsi delle critiche. A Moena ha insistito tantissimo sulle conclusioni, ha lavorato sui movimenti e sulle dinamiche per andare a creare, ogni volta, superiorità numerica. La risposta più efficace è arrivata nella gara più complicata, dopo due sconfitte consecutive e coi mugugni diventati un sottofondo crescente. La stoccata decisiva, Ikoné dovrà essere lesto a sferrarla adesso, puntando a tagliare quanto prima il traguardo delle 30 reti in carriera (è fermo a 28) e, soprattutto, cominciando a macinare assist uno dietro l’altro per gli attaccanti viola. È l’uomo giusto per scardinare le certezze delle retroguardie avversarie, quello che può bruciare chiunque lasciandolo sul posto e non vede l’ora di mostrarlo con orgoglio, trasformandosi in uno dei principali pericoli della sua squadra, nella freccia più velenosa dell’arco. Sa benissimo di poter arrivare da qualsiasi parte, dovunque lui desideri: ha spiccato il volo, ora deve soltanto puntare il più il alto possibile, provando ad aspirare alla perfezione come il gabbiano Livingston. Pensando solo di poter arrivare dovunque e in un baleno. Vola Jonathan, tocca a te.

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