In centro storico a Firenze il medico c’è, ma l’ambulatorio è in periferia. Il motivo? C’entrano i ristoranti
Il capoluogo toscano è in controtendenza, a differenza di quanto accade in alcune periferie
FIRENZE. Bello ma non così attraente per i professionisti che ci devono lavorare. È il centro storico di Firenze, bello e impossibile potremo dire, soprattutto per medici di famiglia alla ricerca di uno spazio dove collocare l’ambulatorio. È questa una delle difficoltà, secondo l’Ordine dei medici, per rendere ottimale la presenza dei medici di base nell’area del centro storico fiorentino. Da pochi giorni, però, sono arrivati nuovi 10 dottori di famiglia con il vincolo di coprire le zone con più carenza. E il centro di Firenze è una di queste, una delle aree dove è difficile trovare ambulatori sanitari. Per il resto il numero dei medici di base presenti in città riesce a coprire, per ora, tutti i pazienti. Nessun aumento di massimali ovvero nessun implemento del numero dei pazienti da seguire come accaduto a Pistoia e nel Mugello dove gli iscritti per ogni medico sono passati da 1600 a a 1800.
Massimali nella norma
Un aumento, come spiegano all’Ordine dei medici, necessario per garantire l’assistenza sanitaria a tutti. «Su Firenze la situazione è un po’ più tranquilla – precisa Elisabetta Alti, vicepresidente Ordine dei Medici – rispetto a quella di Pistoia o del Mugello e di altre situazioni critiche dove c’è stato l’aumento del massimale a 1800 per garantire a tutta la popolazione di avere l’assistenza del medico di base. Su Pistoia si è reso necessario perché nessuno ha accettato il posto. A guidare la scelta è stato la carenza generale di medici che scelgono di svolgere questa attività. Così come i medici del Pronto soccorso o in altre discipline, dopo la laurea in medicina scelgono in minor misura alcune discipline tra cui quella del medico di base». A Firenze la situazione medico di base-paziente è in equilibrio anche grazie ai nuovi arrivi per un incarico provvisorio e presto, fa sapere l’Ordine dei medici, saranno varati altri bandi per altri medici. «Questi medici – spiega Alti – sono entrati con il vincolo di aprire nelle zone dove ci sono più carenze, con il loro ingresso saremo in grado di garantire la prossimità».
Ambulatorio lontano
A differenza di quanto accade in alcune periferie dove scarseggia il numero dei medici di famiglia, a Firenze la situazione più critica è proprio quella del centro storico. «Come nelle periferie si può avere le difficoltà a trovare un medico, la difficoltà a Firenze sta nel trovare un ambulatorio nel centro storico. – afferma Alti – Qui sono presenti negozi e ristoranti e molto turistico ed è difficile trovare un locale adeguato in tutti i sensi per gli ambulatori. Firenze paradossalmente non soffre per la carenza di medici, soffre il centro storico per una situazione logistica. Cittadini senza medico non ci sono, ci possono essere situazione di lontananza dell’ambulatorio medico dalle abitazioni dei pazienti che diventa un disagio se questi sono anziani».
La professione di medico di famiglia non sembra essere più allettante per molti giovani che, dicono dall’Ordine dei medici, si laureano sempre meno in medicina. A mettere in crisi i medici di base e anche i pazienti è la burocrazia, paradosso in un’epoca dove tutto sembra velocizzarsi attraverso sistemi telematici. «Da un lato ci sono meno medici – precisa Alti – e dall’altro ci sono meno medici che scelgono di fare il medico di famiglia. Meno medici di base e i motivi sono dovuti al carico burocratico diventato molto pesante che impedisce anche il rapporto medico-paziente. Il medico di base spende molte ore al computer per riempire le schede, rispetto alla possibilità di vedere il paziente. E questo non è una scelta, è un obbligo perché viene richiesto di fare una serie di azioni burocratiche».
Il ruolo unico
In futuro alcune zone potrebbero diventare critiche con i prossimi pensionamenti, ma potrebbe dare una svolta il “ruolo unico” che, secondo l’Ordine dei medici «dovrebbe riuscire con la riorganizzazione della medicina generale a garantire un’assistenza a 360». Il ruolo unico, spiega Alti è previsto dal nuovo contratto. «Con il nuovo contratto questo ruolo del medico – spiega la vice presidente dell’Ordine dei medici – non è rigidamente diviso e il medico che fa le ore potrà prendere pazienti e i medici che hanno pazienti, magari ne hanno meno, potranno fare delle ore aggiuntive che potrebbero servire proprio per assistere o fare assistenza per le cure palliative o la cronicità o le case di comunità».
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