Firenze, piazzò la bomba che tolse un occhio al poliziotto: arrestato in Spagna il latitante anarchico Vespertino
Fu individuato come responsabile dell'attentato grazie ad una traccia di Dna lasciata sull'ordigno e rilevata dalla polizia scientifica
FIRENZE Arrestato in Spagna, a Vallecas, nella capitale Madrid, dalla polizia nazionale spagnola l’anarchico Salvatore Vespertino, uno dei due anarchici condannati in via definitiva a 8 anni di reclusione per il ferimento dell'artificiere della polizia Mario Vece investito la notte di Capodanno 2017 dall'esplosione di un ordigno piazzato davanti alla libreria Il Bargello di Firenze, attività commerciale ritenuta vicina a Casapound. Vespertino era latitante dal luglio 2023: nelle sue ricerche era impegnata la Digos di Firenze. L'altro condannato, Pierloreto Fallanca, era stato invece arrestato dalla polizia a Bologna il 16 luglio, il giorno dopo la sentenza della Cassazione che aveva confermato le condanne per lui e Vespertino.
Per le ricerche di Vespertino, 38 anni, originario di Nuoro, era stato costituito, spiega la polizia, «sin dai primi giorni della latitanza un gruppo investigativo formato da personale della Direzione centrale della polizia di prevenzione e della Digos di Firenze che, su delega della Procura fiorentina, ha avviato complesse indagini e dispiegato uno specifico dispositivo per la sua ricerca, focalizzandosi sul gruppo di sodali e sui legami già noti intrattenuti dallo stesso all'estero (Spagna, Francia, Svizzera, Grecia); motivo per il quale le polizie di questi Paesi sono state tutte interessate con diverse richieste di cooperazione internazionale costantemente rinnovate in questo anno e mezzo di latitanza, permettendo di fatto di giungere» alla sua cattura.
Vespertino, si spiega inoltre, risulta destinatario dell'ordine di esecuzione emessa dalla procura generale nel luglio 2023 «per l'espiazione di una pena residua complessiva pari a 5 anni, 6 mesi e 1 giorno di reclusione (con sottrazione del periodo sofferto in esecuzione della custodia cautelare) per i reati di porto abusivo di armi, lesioni personali gravissime e danneggiamento, esteso in campo internazionale». Il 38enne fu «individuato come responsabile dell'attentato grazie ad una traccia di Dna lasciata sull'ordigno e rilevata» dalla polizia scientifica, lavoro di analisi «corroborato dagli elementi emersi a seguito di un intenso lavoro investigativo della Digos fiorentina e del personale della Direzione centrale della polizia di prevenzione, che ha poi retto a tutti i gradi del vaglio giurisdizionale». Nell'esplosione della bomba l'artificiere perse una mano e un occhio.