Una “Officina del sangue” all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze: come funziona e a cosa serve
Via libera al progetto con una gara da quasi quattro milioni di euro
FIRENZE. Cure domiciliari, ospedali di comunità, centrali operative territoriali e digitalizzazione. Sono questi i pilastri su cui si regge la riforma della sanità toscana che dovrà andare a regime nei prossimi anni. Ma non tutto può essere decentralizzato, allargato e diluito nei territori. In controtendenza, alcune cose vanno centralizzate. È il caso della gestione e della lavorazione del sangue donato, che è al centro di un progetto che vedrà la creazione di una vera e propria “Officina del Sangue” nell’ospedale Torregalli.
Il progetto
La progettazione risale al 2016 ma solo otto anni dopo, due settimane fa, il progetto ha ricevuto il via libera per una gara da poco meno di quattro milioni di euro. Serviranno per l’allargamento del padiglione Da Vinci attraverso la costruzione di due nuovi volumi, la riorganizzazione stessa del padiglione, la creazione di una viabilità esterna adeguata alle nuove funzioni, comprensiva di piazzale per il carico e scarico e di parcheggi a servizio della nuova struttura. Secondo il capitolato d’appalto, ci vorranno almeno 330 giorni lavorativi per portare a termini i lavori di quella che sarà la più grande delle officine del sangue toscano.
Come funziona
Quella fiorentina è la terza officina del sangue in progetto, dopo quelle di Siena e di Pisa. Sarà il culmine di un lavoro di riorganizzazione che ha visto, negli ultimi anni, accentrare a Torregalli le dodici strutture trasfusionali dell’area vasta (esclusa Prato) e anche la lavorazione e la distribuzione del sangue e degli emocomponenti della zona di Empoli, Fucecchio e Castelfiorentino. Oggi, nel servizio trasfusionale al primo piano dell’ospedale San Giovanni di Dio, la lavorazione conta già circa 45.000 emocomponenti (l’intera officina dell’area Vasta Sud Est lavorerà circa questo numero di emocomponenti una volta entrata a regime). La nuova struttura riceverà, validerà e distribuirà tutte le donazioni dell’area vasta facendo salire il numero degli emocompotenti trattati fino a 75 mila.
A cosa serve
L’obiettivo finale della creazione di un’officina del sangue è quello di ottimizzare la gestione del sangue, compreso il lavoro di logistica per il suo trasporto tra strutture sanitarie e le sedici unità di raccolta presenti sul territorio dell’area vasta. In questo modo si cercherà di garantire il mantenimento della dotazione di sangue necessaria a tutte le strutture. E poi, oltre a ridurre il numero dei trasporti straordinari, si pensa aiuterà a gestire meglio eventuali consumi straordinari e a mantenere una scorta strategica di area vasta contribuendo in maniera più consistente alla compensazione regionale della disponibilità di sangue. «La realizzazione dell’Officina Trasfusionale di Area Vasta Centro rappresenta un'ulteriore crescita e visibilità del nostro ospedale – ha detto dopo il via libera alla gara il direttore del S. Giovanni di Dio Simone Naldini - Insieme ai progetti per il pronto soccorso, la costruzione dell’officina indirizzerà e orienterà il San Giovanni di Dio verso una riqualificazione e un potenziamento come riferimento in area metropolitana».