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Firenze, il tribunale conferma: licenziato il prof che molestò la studentessa

di Pietro Barghigiani
Firenze, il tribunale conferma: licenziato il prof che molestò la studentessa

Il docente dell'Accademia di Belle Arti aveva presentato ricorso per tornare a insegnare

01 novembre 2024
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FIRENZE. Chiedeva di tornare a insegnare e di ricevere pure le retribuzioni mancate per effetto della sospensione dal servizio poi diventata licenziamento senza preavviso. Risale al 2018 la sentenza di condanna per violenza sessuale aggravata passata in giudicato, mentre l’allontanamento dal posto di lavoro è dell’autunno 2023. Per il professore 67enne, all’epoca di ruolo all’Accademia di Belle Arti di Carrara, il no del Tribunale del lavoro di Firenze è arrivato su tutta la linea.

Sentenza definitiva

Docente di seconda fascia della cattedra di “Tecniche di incisione”, l’insegnante venne condannato il 19 giugno 2018 dal gup del Tribunale di Massa in abbreviato a tre anni per i palpeggiamenti nei confronti di una studentessa all’epoca 22enne (episodio nel marzo 2017) della provincia di La Spezia. In appello nel 2019 a Genova la pena era scesa a un anno e mezzo. L’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione, ma era stato dichiarato inammissibile. Di qui l’effetto della sentenza definitiva sfociato nel licenziamento notificato al condannato in via definitiva nel novembre 2023. Nel frattempo il docente era stato sospeso, salvo essere riammesso per un breve periodo in cattedra anche se non più a Carrara, ma a Firenze.

La causa contro il licenziamento con richiesta di reintegrazione in organico con tanto di indennità risarcitoria non è andata a buon fine per l’insegnante che all’epoca veniva descritto come attratto dalla studentessa i n modo morboso, una giovane che avrebbe potuto essere sua figlia. Un approccio pesante che gli è costato una condanna e il posto di lavoro.

La storia

Un giorno, è il 17 marzo 2017, le si avvicina per discutere di alcuni lavori. Va oltre il tema di studio. Lo cristallizza la sentenza di condanna attribuendo al docente «palpeggiamenti al sedere della studentessa e strofinamenti e appoggiamenti del proprio membro sulla coscia della studentessa». E ancora: «Subito dopo e passandole dietro, le sussurrava all’orecchio con tono molto basso e toccandole quasi l’orecchio con le labbra “ma dai la tua email? ” e, ottenutala grazie all’imbarazzo della ragazza, le si avvicinava nuovamente, palpeggiandole il sedere». Una sequenza finita in querela e poi nei Tribunali. Anche quelli della sezione lavoro dove il professore ha cercato di recuperare gli anni di sospensione e una cattedra.

La causa

Riammesso in servizio il 7 agosto 2023 per scadenza della durata massima della sospensione cautelare dal servizio (cinque anni) , il docente aveva ricevuto un provvedimento di riattivazione del procedimento disciplinare concluso con il licenziamento senza preavviso notificato il 9 novembre 2023. Da lì in poi è iniziata una battaglia legale conclusa con il rigetto della domanda dell’insegnante condannato per violenza sessuale aggravata verso una studentessa.

Licenziamento legittimo

Secondo i giudici, nei tecnicismi del caso che ha come fondamento i fatti sanzionati a livello penale fino in Cassazione, è accertata «l’infondatezza della doglianza relativa alla violazione del principio del ne bis in idem, in quanto all’iniziale sanzione della sospensione dal servizio per dieci giorni si è sostituita retroattivamente quella del licenziamento senza preavviso, irrogata a seguito del passaggio in giudicato della sentenza penale che ha definitivamente condannato il ricorrente per il reato di violenza sessuale aggravata. Deve quindi concludersi per la legittimità del provvedimento di sospensione cautelare dal servizio del primo agosto 2018 e del licenziamento senza preavviso del novembre 2023»l

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