Il Tirreno

Firenze

Tribunale

I cani abbaiano, padrone condannato per stalking

di Mario Neri

	Nella foto tre esemplari di labrador (foto d’archivio)
Nella foto tre esemplari di labrador (foto d’archivio)

Firenze, un anno e otto mesi per un noto professore di medicina che ha lasciato i suoi labrador disturbassero i vicini

19 ottobre 2024
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FIRENZE. Condannato per stalking per aver lasciato i cani ad abbaiare in giardino rendendo un inferno la vita dei vicini. È capitato a un professore di medicina, un noto chirurgo ortopedico fiorentino, che adesso si ritrova sulla fedina una pena da un anno e otto mesi di reclusione, seppure sospesa con la condizionale, per aver ignorato segnalazioni, inviti e perfino gli ammonimenti legali di un avvocato e di sua moglie estenuati per anni dai latrati di tre labrador rimasti incustoditi nel cortile di una villetta di sua proprietà, nella zona di viale Volta.

La vicenda comincia nel 2015. Incurante delle segnalazioni dei vicini, il chirurgo permette che i cani abbaino giorno e notte, rendendo impossibile il sonno ai residenti. A soffrire la situazione è soprattutto la famiglia residente nella villetta accanto. Il proprietario, di professione avvocato, si ritrova pure costretto in alcuni casi ad andare a dormire in un altro appartamento di sua proprietà, per poter riuscire a riposare qualche ora.

Ma il medico, a stare al verdetto di condanna della giudice Virginia Mazzeo, ignora per anni sia le segnalazioni che le iniziative giudiziarie del vicino, creando all’uomo un costante stato di ansia. Non riusciva più a dormire la notte né a lavorare di giorno, assillato dai latrati dei cani.

Sono stati quattro i puntelli con cui la pm Christine Von Borries ha sostenuto l’accusa di stalking a carico del medico, mettendo in fila tutti i tentativi compiuti dall’avvocato per migliorare la sua situazione e quella della sua famiglia senza riuscirci: ha provato a montare i doppi vetri in casa; inoltre, per anni l’uomo, insieme alla moglie e ai due figli, ha dormito con le finestre chiuse, anche in estate e con un caldo asfissiante; ha poi provato a farlo con i tappi nelle orecchie nella speranza di chiudere occhio, fino, appunto, a spostarsi in un’altra abitazione in coincidenza di appuntamenti di lavoro importanti per cui aveva bisogno di riposare, l’unica vera soluzione per non sentire i cani.

Il dottore non viveva abitualmente nella villetta, e dunque non sentiva i suoi labrador. Ma non prendeva neppure in considerazione le segnalazioni dei vicini. Fatte prima per telefono, poi per mail e infine tramite avvocati. Dall’aprile del 2015 e oltre il giugno 2019, l’abbaiare dei tre labrador ha tenuto sotto scacco tutta la zona. Oltre alla famiglia dell’avvocato, ne avrebbe fatto le spese anche un’altra coppia, che vive poco distante.

Per anni sarebbe stato impossibile non solo dormire, ma anche leggere, studiare o lavorare. E le indagini sono scaturite proprio a seguito delle denunce dei vicini. La giudice ha riconosciuto come vittime di stalking marito e moglie, assistiti dai legali Alessandro Traversi e Sara Gennai, attribuendo loro anche il diritto a un risarcimento danni da quantificare in sede civile. «Da ciò che ci risulta – dice Alessandro Traversi, legale dell’avvocato - si tratta del primo caso di stalking accertato in cui non sia una persona fisica ad esercitare il reato persecutorio ma un animale per omessa vigilanza del proprietario».


 

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