Addio Marco, Firenze saluta il Pezza: calciatore e leone col cuore Viola morto a 31 anni nello schianto in auto
L’incidente mortale è avvenuto sulla statale 106 in provincia di Catanzaro: fiorentino doc, era un grande tifoso conosciuto da tutti
SCANDICCI. Un silenzio pesante avvolge il cortile davanti alla Chiesa dell’Abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo, nel pomeriggio di martedì 27 febbraio. Un silenzio interrotto solo dagli abbracci e dalle pacche sulle spalle dei parenti, degli amici e dei compagni di squadra di Marco Pezzati, il trentunenne morto a seguito di un incidente stradale sulla statale 106 in provincia di Catanzaro in Calabria.
Lacrime e dolore
Dentro non è rimasto più uno spazio per assistere all’ultimo saluto al giovane scandiccese. Fuori, sotto la pioggia incessante, ci sono i compagni della Curva Fiesole con al collo la sciarpa della Fiorentina. Lo ricordano come un ragazzo solare, sempre sorridente e con una grande passione per il calcio. A commuoversi anche il parroco che, durante le sacre letture, deve schiarirsi la voce rotta dal pianto.
In prima fila ci sono la madre e il fratello maggiore di Marco distrutti dal dolore mentre alcuni giocatori della squadra di San Luca portano la bara all’interno della chiesa. «Marco era un leone. Ho provato, nelle ultime ore, a scavare nei ricordi dell’infanzia ma il dolore è troppo forte. So che sarà sempre con noi e che rivedremo il suo sorriso» dice il fratello. Il suo amore per la vita, la genuinità, l’altruismo verso le altre persone e la passione per il calcio è tutto ciò che serviva per descrivere Marco. Lo hanno ricordato gli amici di scuola, i compagni delle squadre calcistiche in cui ha giocato, i professori del liceo, la sua ex ragazza, gli amici di una vita e gli amici dello stadio.
Il ricordo
«Non abbiamo perso un giocatore, perché di giocatori ce ne sono tantissimi, abbiamo perso un grande uomo e un amico» dice il presidente della squadra calabrese San Luca. Una passione, quella per il calcio, che coltivava con cura fin dalla tenera età ed è iniziata proprio alla Sporting Arno di Badia a Settimo, a due passi da Scandicci che lo ha voluto celebrare liberando in aria dei palloncini neri e rosa, come i colori della squadra. La famiglia di Marco, e lo stesso ragazzo, sono molto attivi nella comunità scandiccese e a ricordarlo c’è anche il sindaco di Scandicci Sandro Fallani: «Oggi piangiamo un ragazzo solare e con noi anche il cielo». Ad unirsi al dolore della famiglia c’è il sindaco di San Luca, la frazione calabrese dove il giocatore portava avanti la sua carriera calcistica, Bruno Bartolo: «Marco è e sarà sempre uno di noi». La messa volge al termine e la bara percorre la navata della chiesa accompagnata da un lungo applauso dei presenti. «Insegna agli angeli cosa vuol dire fare calcio» dice una parente di Marco durante il suo ricordo e fuori, nel cortile della chiesa, c’è tutto il mondo calcistico.
La Curva Fiesole
Gli striscioni della Curva Fiesole recitano queste parole: «Sempre chiasso! Sempre ultras! Ciao Pezza!». L’ultimo omaggio è la carezza degli amici, quelli con in mano lo striscione dell’UnoNoveDueSei: «Questa volta è la tua curva che lo canterà, giovane Merenda nel cuore degli Ultras». Subito dopo, mentre il feretro viene adagiato nel carro funebre, fumogeni viola invadono il cielo grigio e la pioggia viene sovrastata dai cori da stadio: «Ovunque tu sarai, un coro sentirai. Il Pezza vive con noi!». Questione di affetto e di appartenenza, racchiusi già nei messaggi di cordoglio mostrati allo stadio in occasione della gara contro la Lazio – lunedì 26 febbraio –, quando anche Biraghi ha deposto un mazzo di fiori sotto la Fiesole .