Kata scomparsa a Firenze, una telefonata choc dal Perù: «Hanno rapito la bimba sbagliata»
La chiamata è arrivata nei giorni scorsi ai genitori ed è stata riferita ai magistrati. Organizzata una manifestazione per chiedere la liberazione della bambina
FIRENZE. Una telefonata arrivata dal Perù. «Vostra figlia è stata rapita per sbaglio». Questo, per sommi capi, il contenuto della chiamata che sarebbe stata ricevuta nei giorni scorsi dal padre della piccola Kataleya Alvarez, la bimba di 5 anni scomparsa nel pomeriggio di sabato 10 giugno dall’ex hotel Astor di via Maragliano. Una voce maschile, in lingua spagnola, avrebbe detto che la bimba era stata rapita per errore, a causa di uno scambio di persona. Una circostanza che i familiari della piccola hanno riferito subito all’autorità giudiziaria. Lo hanno fatto nella giornata di giovedì, quando sono stati sentiti per otto ore, su loro richiesta, dai pm che dirigono l’inchiesta sul caso.
L’autenticità della chiamata è adesso al vaglio degli inquirenti, che però già in passato avrebbero escluso, o comunque considerato molto improbabile, l’eventualità di uno scambio di persona. Anche nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della piccola Kata, il padre, appena scarcerato, si era presentato dalla pm della Dda Christine Von Borries, che dirige l’inchiesta insieme all’aggiunto Luca Tescaroli e al pm Giuseppe Ledda, per riferire di “situazioni” che si erano verificate all’Astor di cui lui era a conoscenza. Liti, screzi, dissapori risalenti a mesi fa, quando lui era ancora ospite dell’ex hotel prima di finire in carcere, ma che non lo avrebbero riguardato direttamente. Screzi nati nell’ambito delle guerre intestine tra gli occupanti, di cui la piccola Kataleya potrebbe essere caduta vittima per un errore dei suoi sequestratori.
In questi giorni gli inquirenti stanno continuando a sentire gli ex occupanti dell’Astor, convinti che la verità sul caso possa risiedere in cose non dette, magari omesse per paura di finire a propria volta nel mirino. Si cerca di abbattere il muro di omertà che ci sarebbe ancora tra coloro che vivevano nell’ex hotel, risentiti più volte come persone informate sui fatti. Al vaglio ci sono anche i resoconti degli stessi genitori, considerati dagli investigatori non del tutto coerenti. Il sospetto, si spiega da fonti vicine agli inquirenti, è che anche i racconti dei familiari possano essere viziati da interessi e timori legati alla situazione che si viveva nell’ex hotel prima dello sgombero. Venerdì scorso intanto sono stati ascoltati nuovamente in procura anche alcuni bambini, i compagni di giochi della piccola Kataleya Alvarez. Tra gli amichetti di Kata, anche la bimba di tre anni che avrebbe detto di averla vista in lacrime, trascinata da un uomo adulto, nel cortile del palazzo adiacente all’ex Astor.
Le indagini intanto non si fermano. L’ipotesi principale resta quella che si sia trattato di un sequestro di persona a scopo di estorsione, diretta conseguenza delle guerre per il controllo del racket degli affitti delle camere. Le ultime perquisizioni condotte in una ditta vicino all’ex hotel e in un palazzo di via Monteverdi non avrebbero consentito di trovare tracce della bambina, ma si va avanti con l’esame di tutte le telecamere della zona. Un’attività svolta con metodi scientifici dagli specialisti del Ros dei carabinieri, che si avvalgono di strumenti ad alta tecnologia.
Questa sera alle 20 in piazza Luigi Dalla Piccola ci sarà una manifestazione indetta dai familiari della bambina. La madre e il padre hanno invitato tutti a partecipare, per chiedere di liberare la loro bimba.