Berlusconi, interrogazione parlamentare della Lega sul rettore di Siena che ha rifiutato le bandiere a mezz’asta
I deputati toscani del Carroccio: «Dichiarazioni di cattivo gusto, Università deve essere un luogo apartitico e apolitico”
FIRENZE. ''Il Consiglio dei Ministri ha predisposto, dal 12 al 14 giugno, l'esposizione a mezz'asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell'intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche consolari italiane all'estero, per la scomparsa del senatore Silvio Berlusconi. Qualcuno non ha perso comunque occasione per fare polemica. In particolare il professor Tomaso Montanari, non nuovo ad atteggiamenti di vilipendio. Infatti il Rettore dell'Università per stranieri di Siena, non si è limitato solo a esternazioni di cattivo gusto, ma si è rifiutato di esporre le bandiere a mezz'asta. Un atteggiamento, oltre che umanamente discutibile, senza precedenti. Per questo la Lega sta presentando un'interrogazione al ministro dell'Università e della Ricerca per accertarne le responsabilità e per assicurare che l'Università resti un luogo di apprendimento e convivialità apartitico e apolitico''. Lo dichiarano i deputati toscani della Lega Tiziana Nisini (prima firmataria dell'interrogazione), Edoardo Ziello ed Elisa Montemagni assieme al collega Simone Billi, capogruppo della commissione Affari Esteri e i componenti della commissione Cultura Giorgia Latini, Rossano Sasso, Giovanna Miele e Simona Loizzo.
COSA AVEVA DETTO IL RETTORE
Montanari aveva dichiarato ieri: “L'Università per Stranieri di Siena (l'UniStraSi) non esporrà le bandiere a mezz'asta per la morte di Silvio Berlusconi. Lo ha deciso il rettore, Tomaso Montanari, professore ordinario di Storia dell'arte moderna: "Nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto le bandiere a mezz`asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano. Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università».