Il Tirreno

Firenze

Violenza nera

Prima del Miche, un agguato con le cinghie al Pascoli. La preside del linguistico: «Violenza inaudita anche qui»

di Martina Trivigno e Giulia Poggiali
Prima del Miche, un agguato con le cinghie al Pascoli. La preside del linguistico: «Violenza inaudita anche qui»

Il blitz sempre di Azione studentesca. Tensione fra i big di Fratelli d’Italia

19 febbraio 2023
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FIRENZE. Sembra quasi di rivedere più o meno la stessa scena, ma con qualche giorno d’anticipo e un epilogo diverso. È giovedì, ore 8, davanti al liceo statale “Giovanni Pascoli”. Alcuni ragazzi di Azione Studentesca stanno facendo volantinaggio poco distante dall’ingresso di viale Don Minzoni. Alcuni studenti si avvicinano, dicono loro qualcosa. Ed è allora che accade: un gruppo, reso irriconoscibile da un cappuccio calato sulla fronte, stando alle testimonianze, appare all’improvviso e si toglie la cintura dai pantaloni. Inizia a brandirle e i ragazzi, spaventati, si rifugiano nell’androne della scuola, gli aggressori se ne vanno. Fuori, esce anche una professoressa che si mette di mezzo per proteggere i suoi studenti ed evitare che succeda il peggio. È la dirigente scolastica Maria Maddalena Erman a confermare – e condannare – l’accaduto. «Abbiamo subito chiamato la Digos e i carabinieri di Campo di Marte – spiega – le indagini sono in corso, mi affido alle forze dell’ordine. Ma quando ho saputo di quanto accaduto al liceo Michelangelo non ho potuto fare a meno di notare la triste somiglianza con quanto successo nella nostra scuola».

Solo che, al Pascoli, la violenza nera non si è fermata alle aggressioni. No, in qualche modo è proseguita. «Il mattino seguente – prosegue la dirigente Erman – abbiamo trovato sulla parete all’ingresso della scuola alcune scritte inneggianti al fascismo. Un fatto da non ignorare e che mi ha portato a chiamare, di nuovo, Digos e carabinieri che sono venuti sul posto. Ringrazio le forze dell’ordine per l’impegno e auspichiamo che i responsabili siano individuati al più presto». La mattina stessa, la dirigente ha chiesto ai suoi collaboratori che le scritte fossero rimosse in fretta e così è stato. «In ogni caso per tutti e due i fatti la scuola ha presentato una denuncia - precisa Erman - . Impossibile ignorarli e quanto successo al liceo Michelangiolo fa comprendere che la legalità è l’unica strada. Si tratta di fatti già di per sé gravissimi, resi ancora più gravi perché avvenuti a scuola che insegna agli studenti, prima di tutto, la libertà, il rispetto e il dialogo. Qualunque atto di violenza deve essere condannato. Come scuola, il nostro impegno è quello di insegnare ai nostri ragazzi a pensare liberamente, qualunque sia il pensiero. Ecco, episodi come questi vanno in totale controtendenza con gli insegnamenti che tanto ci impegniamo a trasmettere».

Anche il sindaco Dario Nardella – che ieri mattina aveva parlato di «attacco squadrista» e di una regia verso l’aggressione in cui sono rimasti feriti tre studenti del Michelangiolo – ha voluto far sentire la sua vicinanza al liceo di via della Colonna. Erano circa una ventina, ieri pomeriggio, gli studenti del liceo classico Michelangiolo che hanno incontrato il primo cittadino fiorentino e l’assessore Sara Funaro davanti al portone della scuola. Poco distante dal punto in cui, ieri, i giovani erano stati presi a pugni e calci. Il sindaco non nasconde lo sgomento, definendo l’aggressione come un «episodio di una gravità inaudita», esprimendo piena solidarietà alla scuola e ai ragazzi dell’istituto, con cui ha parlato in privato per alcuni minuti prima di esprimersi pubblicamente. «Gli studenti del Michelangiolo sono gli aggrediti e non gli aggressori – spiega Nardella – Se la violenza è a sfondo politico, ci troviamo difronte a qualcosa che dà il segno di un clima inaccettabile: tutte le forze politiche, nessuna esclusa, devono condannare quanto avvenuto». Poi spiega di essere in costante contatto con la questura e che sta valutando di costituire il Comune come parte civile: «È una violenza brutale a Firenze e al mondo della scuola, che non merita gesti del genere e mi auguro che non ci sia dietro un atteggiamento provocatorio, perché significa chiamare in causa i movimenti coinvolti. È troppo evidente lo sfondo politico dell’aggressione, non stiamo parlando di baby gang».

Ma chi sono i responsabili dell’aggressione ai danni di tre studenti? Stando agli archivi della Digos, i giovani sono volti nuovi del mondo della destra. Facce mai viste prima, tutti incensurati. Tanto che all’inizio le indagini per dare loro un nome non sono state semplici, nonostante i testimoni avessero messo a disposizione dei poliziotti le foto dei picchiatori. Alcuni di questi studiano ancora alle superiori, altri vanno all’università, altri non fanno nulla. Tutti e sei, si spiega dalla questura, hanno in comune l’appartenenza ad Azione Studentesca Firenze, la filiazione studentesca di Casaggì e il vivaio da cui si formano i militanti di Fratelli d’Italia di domani. Vicinissimo a Giovanni Donzelli, deputato molto vicino alla premier Giorgia Meloni, e da cui proviene Francesco Torselli, consigliere regionale e, di fatto, uno dei big toscani di Fratelli d’Italia. Ieri l’assalto al Miche ha suggerito cautela ai vertici di Fdi, ma Donzoelli si è sfogato co n i suoi fedelissimi: «Chi prende a calci dei ragazzi a terra non è un militante che sbaglia ma uno incompatibile con noi». Torselli, invece, fa sapere al Tirreno: «Ho letto la nota diramata dalla Digos che dice che stanno ricostruendo ancora la dinamica. Va da sé che se fossero stati quelli di destra ad iniziare la rissa sarebbero lo stesso da condannare e lo faremo. Mi batto da 30 anni per denunciare tutte le aggressioni, le minacce e gli atti vandalici subito dalla sinistra, figurati se avessi problemi a condannare una roba del genere se fosse dimostrato che è stata fatta da ragazzi di destra. Ma per adesso, mi rimetto alla nota del partito».

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