Smart working ogni venerdì: così Palazzo Vecchio taglia i costi
Coinvolgerà 1.300 dipendenti: i sindacati chiedono un incontro
FIRENZE. Il caro energia preoccupa, e non poco, anche Palazzo Vecchio che da novembre potrebbe far scattare lo smart working il venerdì per migliaia di dipendenti – circa 1.300 sui poco meno dei 4.000 totali – così da dimezzare i consumi e i costi delle bollette. Sulla opportunità, che potrebbe coinvolgere numerosi uffici, ci sta lavorando in questi giorni il direttore generale del Comune Giacomo Parenti che, con i suoi collaboratori, sta studiando un piano da presentare al sindaco e alla giunta che poi dovranno esprimere un giudizio e dare disco verde.
Ma Parenti dovrà prima confrontarsi con i sindacati che allo stato attuale attendono ancora una comunicazione ufficiale e soprattutto un incontro: «Lo abbiamo chiesto come rsu un paio di settimane fa – fa sapere Jacopo Geirola, territoriale della Fp Cgil di Firenze che si occupa di Palazzo Vecchio – ma a oggi ancora nulla. Probabilmente la convocazione ci arriverà nei prossimi giorni». Ma il sindacalista sottolinea che se il Comune vorrà far partire lo smart working già da novembre, «dovranno presentarci il piano agli inizi di ottobre, per avere il tempo di discuterlo. Altrimenti non ci sarebbero i tempi tecnici per la modifica degli accordi individuali». Va detto però che attualmente una buona parte dei dipendenti comunali sono già in “lavoro agile”: 1.257 ( che restano a casa 1 o 2 giorni a settimana) su 1.317 domande presentate.
Per capire quali siano i profili che potranno, fino al 31 dicembre del 2022, candidarsi allo smart working, basta comunque consultare il Regolamento sul lavoro a distanza deliberato dall’amministrazione fiorentina nell’aprile del 2022 e che all’articolo 5 elenca tutte le categorie escluse. Tra queste troviamo gli addetti ai servizi generali, i servizi culturali ed educativi, i bibliotecari, gli operatori ambientali, cimiteriali e quelli addetti alle mense, i vigili urbani, gli educatori di asilo nido, gli insegnanti delle scuole d’infanzia, chi si occupa di protezione civile e gli autisti (solo per citarne alcuni).
«L’accordo individuale definisce le modalità di alternanza con il lavoro svolto presso la sede dell’ufficio – si legge all’articolo 6 del regolamento – prevedendo il rientro in sede mediamente per 4 giorni al mese». Inoltre, «in caso di eventi calamitori e di carattere straordinario, il direttore generale valuterà la possibilità di ampliare le modalità di esercizio al lavoro da remoto stabilendo i criteri e le modalità». E durante la fascia giornaliera, che va dalle 20 alle 7.30, nonchè il sabato se non lavorativo in base all’orario di servizio, domenica e festivi, a chi è in smart non è neanche richiesto la lettura delle mail, la risposta alle telefonate e ai messaggi.
«Per ora sui risparmi che potrebbero derivare dal lavoro agile non abbiamo alcuna pezza d’appoggio o della documentazione. Il tema, secondo me, è molto più complesso – continua Geirola – Il lavoro agile non deve portare benefici solo al Comune ma anche ai tempi di vita e di lavoro dei dipendenti del Comune ». E per quanto riguarda quei profili che non potranno beneficiarne, la rsu di Palazzo Vecchio è convinta che «per alcune funzioni sarebbe invece possibile, mi riferisco a riunioni e formazione. Nel frattempo attendiamo che il direttore generale ci faccia sapere quali siano le sue intenzioni».
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