Empoli, almeno l’onore è salvo a Bologna
Gli azzurri cedono di misura ai rossoblù che tornano in finale di Coppa Italia dopo mezzo secolo. In gol Fabbian, Kovalenko e Dallinga
EMPOLI. Almeno l’onore, in parte, è salvo. Il Bologna va in finale di Coppa Italia dopo 51 anni, e questo si sapeva già dallo scorso 1° aprile dopo il 3-0 al Castellani, ma quanto meno l’Empoli ha evitato una brutta figura che era dietro l’angolo al Dall’Ara, dove la squadra di D’Aversa si è presentata in formazione rimaneggiata, per usare un eufemismo, e rischiava seriamente l’imbarcata nella semifinale di ritorno al cospetto di una formazione che invece schierava molti titolari.
D’Aversa come al solito ha dovuto fare di necessità virtù, lasciando a casa metà dei giocatori più forti in vista del derby di domenica contro la Fiorentina e portandosi dietro metà della Primavera. Alla fine gli azzurri non hanno sfigurato. Sono rimasti in partita fino a cinque minuti dalla fine, fino al gol del 2-1 di Dallinga (tre centri per lui nel doppio confronto) mostrando soprattutto l’orgoglio di chi non si sente ancora spacciata (se non in Coppa, almeno in campionato).
Le premesse per la brutta figura c’erano tutte, visto che i rossoblù sono passati in vantaggio dopo una manciata di minuti con Fabbian (tutto troppo facile), ma dopo un paio di sbandate è stato Viktor Kovalenko a rimettere le cose a posto alla mezz’ora con un tap in sulla respinta di Ravaglia dopo un tiro di Solbakken. Nel secondo tempo partita più equilibrata e gol vincente di Dallinga all’85’ che ha sovrastato uno stremato Tosto.
Quanto alle prestazioni personali, bene Sambia (se si eccettua un bruttissimo e inutile fallo su Lykogiannis nella ripresa), bene Marianucci, e alla fine anche Cacace, che ha picchiato chiunque è passato dalle sue parti riuscendo a non farsi ammonire. In difficoltà invece De Sciglio, cioè colui che avrebbe dovuto portare un po’ di esperienza. Segnali di vita anche da Solbakken. Ma l’obiettivo di stasera per gli azzurri era di limitare i danni e almeno quello l’hanno portato a casa. Nella stagione dei rimpianti, resta il dubbio su come sarebbe potuta finire se alla semifinale di Coppa fosse arrivata la formazione che ha giocato fino a dicembre. Probabilmente alla stessa maniera, ma con qualche emozione in più.