Giovani in rosa e subito in campo: l’Empoli nella top ten europea
Uno studio del Cies colloca gli azzurri dietro al Lecce nella classifica italiana
EMPOLI. Che l’Italia non sia un paese per giovani non è un mistero, anzi è una realtà conclamata da tanti anni. Che la Serie A non sia un campionato per giovani è altrettanto noto: chiunque può ricordare almeno un episodio in cui ha notato come nelle altre leghe più importanti d’Europa i giovani esordiscono e giocano titolari anche in squadre di alto profilo appena maggiorenni, a differenza delle squadre che si giocano lo Scudetto in Italia. Che l’Empoli sia, da anni ormai, una magnifica eccezione alla regola è un fatto altrettanto consolidato. Anche in questa stagione il club di Monteboro non delude le aspettative: secondo l’annuale ricerca del Cies, l’indipendente Centro internazionale di studi sportivi, gli azzurri hanno un’età media della rosa di 25,31 anni, la decima squadra per media più bassa nei maggiori cinque campionati europei, e la seconda in Italia dietro il Lecce che è quinta nella stessa classifica con 24,56 anni.
Il risultato non sorprende, neanche un po’. L’Empoli ha sempre fatto del settore giovanile il suo fiore all’occhiello, concentrando gli sforzi di allenatori e preparatori dalla Primavera in giù per preparare i giovani calciatori a diventare importanti membri della Prima squadra. I risultati degli ultimi anni sono oggettivamente fantastici: la generazione che è arrivata a vincere lo Scudetto Primavera due stagioni fa ha mostrato moltissimi talenti, da quelli che hanno già esordito e successivamente lasciato casa a quelli che hanno appena iniziato il loro percorso in Serie A con la maglia azzurra.
È sicuramente da notare che l’Empoli non è solo una squadra dall’età media particolarmente bassa, ma dà anche la possibilità ai propri giovani di esprimersi con consistenza e costanza. Infatti dell’intero ammontare dei minuti giocati da ogni singolo giocatore dalla squadra nella stagione, il 20,7% di questi minuti è stato disputato da giocatori di 21 anni o meno. Un dato che pone il club di Monteboro al diciassettesimo posto in Europa, a pari merito proprio col Lecce, e secondi in Italia dietro al 26,7% del Verona. In questa particolare suddivisione del minutaggio, è interessante vedere che nelle prime posizioni ci sono sia top club che squadre di medio-basso livello: in testa si trova il Barcellona, con un impressionante 29,5% di minuti dati agli Under 21, seguito dall’Almeria che nella Liga latita negli ultimi posti; al quarto posto, a pari merito col Verona al 26,7%, c’è l’Arsenal attualmente primo in Premier League.
Stringendo l’occhio solo al campionato italiano, si possono notare alcuni particolari. Tra le prime sette squadre con l’età media più bassa la maggioranza, cinque, sono candidate alla retrocessione o alle zone basse di classifica, con due significative eccezioni: il Torino e soprattutto il Milan campione d’Italia, che inoltre dà ai giocatori tra i 22 e i 25 anni il 63% del minutaggio complessivo di squadra. È l’unica squadra di vertice a investire così pesantemente sui giovani, col Napoli che dà metà del tempo a giocatori tra i 26 e i 29 anni e Juventus, Roma e Inter con dati tra i peggiori delle top 5. Andando a guardare le due squadre più virtuose, Empoli e Lecce, ci sono tante somiglianze con una differenza importante: entrambe danno lo stesso minutaggio agli Under 21 ed è praticamente uguale quello, bassissimo agli Over 30 (2,4% gli azzurri e 2,7% i salentini, solo cinque squadre in Serie A stanno sotto al 10%); se il Lecce però poggia la sua rosa sui giocatori nella fascia d’età 22-25 anni (55,1% del minutaggio), l’Empoli ha un grande equilibrio col 36,3% in questa fascia e il 40,6% in quella successiva, tra i 26 e i 29 anni. Un segno, ancora una volta, di quell’equilibrio cercato dal tecnico Zanetti e dal ds Accardi tra giovani in rampa di lancio e calciatori con più esperienza, ma mai “anziani”, da poter rilanciare in una piazza in cui si lavora bene.