Certaldo, strada 429 ancora chiusa: è caos viabilità. Cosa chiedono Comuni e Assotir e la data di riapertura
Il sindaco Campatelli: «Serve un piano d’intervento che preveda alternative per la fluidità del traffico»
CERTALDO. Ancora 24 ore di attesa per riaprire la variante 429 di Certaldo, chiusa dal 30 dicembre a causa del ribaltamento di un mezzo pesante che trasportava olio alimentare e che ha richiesto una laboriosa bonifica, oltre al rifacimento dell’asfalto. La strada ha provocato la deviazione di decine di mezzi pesanti a Certaldo e Gambassi Terme, con tantissimi divieti, scatenando segnalazioni e polemiche legate a un problema che Comitato Ponte Boccaccio e Assotir Toscana affrontano ormai da molto tempo: l’assenza di alternative percorribili alla 429. I mezzi pesanti imboccano il ponte dell’Elsa, il viale Matteotti e il sottopasso di via Caduti sul Lavoro a Certaldo, mentre a Gambassi Terme fra il centro urbano e Varna, la situazioni si complica ogni giorno sempre di più.
I sindaci
Se nei giorni scorsi il sindaco di Certaldo, Giovanni Campatelli, aveva parlato di un «problema di difficile risoluzione», adesso si alza la voce anche del sindaco di Gambassi Terme, Sergio Marzocchi. Dal paese termale si chiede ai soggetti preposti di progettare «un piano di intervento che preveda soluzioni alternative, capaci di risolvere le problematiche attuali, migliorare la fluidità del traffico e soprattutto garantire la sicurezza degli utenti della strada». Questo perché nel suo comune, fra Badia a Cerreto e Varna, «si sta assistendo di nuovo a un aumento di traffico fra i collegamenti della provinciale 64 alla provinciale 4 da Castelfiorentino a Certaldo e viceversa», ha proseguito il primo cittadino. Lo stesso sindaco Marzocchi parla di «camion che si incastrano sui due snodi inadeguati e altri mezzi pesanti percorrono la via Varna come se fosse una bretella agibile fra le due provinciali, senza tener conto che questa strada non è dimensionata per tale traffico, oltre a esserci un ponte dove c’è un’ordinanza di divieto al transito per i mezzi pesanti».
La situazione
Una situazione che prima ancora delle ripercussioni per i comuni, danneggia gli autotrasportatori. A parlare è il responsabile di Assotir Toscana, Maurizio Bandecchi, che aveva partecipato lo scorso dicembre all’incontro di presentazione del progetto di ammodernamento del ponte dell’Elsa che ancora oggi, prima ancora dei divieti, sta giocando un ruolo fondamentale. Assotir chiede subito alternative: «Quello che è accaduto era stato abbondantemente annunciato. Serve uno sforzo supplementare per individuare percorsi alternativi e temporanei, in occasioni di emergenze come quella attuale. Se si deve costringere i mezzi pesanti a percorrenze superiori anche di decine di chilometri, che almeno lo si indichi con chiarezza anche a distanza dal tratto interessato. È chiaro che alternative ce ne sono poche e non sono facili da individuare, ma è necessario arrivare a soluzioni più possibile condivise che possano limitare per tutti i disagi, specie in vista della chiusura del ponte sull’Elsa e in vista di altri prevedibili stop sulla strada regionale 429».
Se da Badia a Elmi, per esempio, si dovesse andare a Castelfiorentino servirebbero, in caso di problemi, più di 2 ore di tempo e 100 chilometri da percorrere rispetto agli attuali dieci chilometri. Nel 2026 il ponte dell’Elsa chiuderà per circa 8 mesi, a causa di alcuni importanti lavori che cominceranno nel 2025. Se il recente incidente al camion, che ha provocato la chiusura a Certaldo, fosse avvenuto con la concomitante chiusura dello stesso ponte dell’Elsa, i mezzi pesanti avrebbero invaso più che mai i centri urbani e ipoteticamente dando il via a una pioggia di sanzioni.