Riparbella, morto nello scontro con il camion. Il dolce augurio del fratello: «Vorrei che mio figlio crescesse come lo zio»
Il ricordo di Gionny, il fratello di Maurizio Franchi che ha perso la vita nello schianto con un camion
VADA (ROSIGNANO MARITTIMO). I 45 anni di nozze di babbo Piero e mamma Enza, tutta la famiglia riunita al ristorante. Maurizio Franchi sorride, fa un selfie. Sono tutti felici.
Quattordici mesi fa arriva un fiocco azzurro nella famiglia Franchi, è nato il figlio del fratello Gionny e della compagna. Maurizio è uno zio speciale, dal primo giorno.
I viaggi in montagna con il fratello Andrea. I tramonti e le albe sul tetto del mondo. La fatica e la gioia di toccare quasi il cielo.
E ancora la natura, la passione per la raccolta dei funghi, l’impegno nel gruppo micologico di Cecina. Maurizio chiama i numeri degli ordini: per tutti è la voce della sagra del fungo alla California. Un numero, una battuta.
La scrivania di Maurizionell’azienda “Progress” ieri è rimasta vuota, lui storico consulente finanziario della società non è mai arrivato al lavoro. Un disco avvisa i clienti: “Siamo chiusi per lutto”.
Può una vita lasciare il segno, rimanere nei cuori di chi l’ha sfiorata? Quella di Maurizio Franchi sicuramente sì.
Il ricordo del fratello: «Vorrei che mio figlio somigliasse a lui»
«Sì, mi fa piacere parlare di mio fratello. Non posso fare altro, ormai», dice Gionny al telefono dopo una manciata di ore da una delle mattine più drammatiche della sua vita. «Vorrei che mio figlio, che ora ha 14 mesi, prendesse da lui l’allegria, l’esuberanza, la capacità di non litigare mai con nessuno. Di avere intorno tanti amici, di essere una bravissima persona come lo era Maurizio».
Non pensate a parole dette così. Pensate a queste parole dette mentre si è nel vortice di un grande dolore pensando a un figlio che non vedrà mai lo zio. «Quello zio che era così felice – dice Gionny Franchi – e che era sempre con noi. Abitavamo vicini e passavamo insieme tanto tempo anche se come età era più vicino a mio fratello Andrea con cui condivideva la passione per la montagna. E i viaggi che abbiamo fatto insieme, anche con me. Quante risate nel castello di Dracula, dai parenti in Sicilia».
Lui appassionato di trekking non si fermava mai. eppure c’era sempre. «Ci potevamo contare per ogni esigenza, c’è sempre stato. Allegro, disinvolto, simpatico e un gran lavoratore. C’è sempre stato con noi di famiglia ma anche con gli altri».
Negli ultimi giorni c’erano da potare gli olivi. Ed è lì che i due fratelli hanno trascorso gli ultimi momenti insieme. «Lo facevamo insieme, così come mi aiutava in tutti i lavori agricoli. Abbiamo lavorato, potato, fatto battute. Normale».
Proprio come se il tempo fosse lì, a disposizione. Senza bisogno di dirsi niente, vivendo il quotidiano che, poi, col senno del dopo, diventa straordinario.
Come le sue foto, i suoi video che raccontano le sue passioni. Le passeggiate zaini in spalla in mezzo al bosco, le tende montate sotto le faggete per trascorrere la notte illuminata dalle pile, le ciaspole ai piedi e tutti in mezzo alle montagne innevate. Le olive mature da “sgranare” con le mani per cominciare a sentirne il profumo.
«Maurizio, uno che non si tirava mai indietro».
I funghi. Di ogni tipo, colore e foggia. «Sì – conferma Franco Mazzoni, presidente del gruppo micologico cecinese – era appassionato di funghi, così come i suoi fratelli. Tutti iscritti da noi. Io l’ho conosciuto dieci anni fa, in passato è stato anche nel consiglio dell’associazione. All’inizio del mese era al nostro pranzo sociale e per la sagra non si tirava mai, e dico mai, indietro. Lo conoscono tutti perché era quello che assegnava i vassoi. E poi era così brillante, simpaticissimo, sempre la battuta pronta».