Serie A
Cecina, incidente mortale di via Po: patteggia agente di commercio
Per lui due anni e otto mesi per omicidio stradale aggravato
CECINA. Ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione per l’incidente costato la vita al sessantaseienne Sergio Ermini, morto nel tragico schianto in moto contro un camion il 22 marzo di due anni fa in via Po, a San Pietro in Palazzi, nel comune di Cecina. Questa la pena concordata fra la pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Alessandra Fera, e gli avvocati Marco Talini e Massimiliano Ferretti, che hanno difeso l’imputato, l’agente di commercio livornese Roberto Piccini, 62 anni.
«Niente omissione»
Il professionista, a seguito della relazione del consulente tecnico della difesa Maurizio Orsini e al suo interrogatorio delegato dalla procura alla polizia giudiziaria, è stato archiviato dall’accusa di omissione di soccorso e dall’aggravante della fuga: non si è accorto di quanto avvenuto, tornando tranquillamente a casa e apprendendo solo ore più tardi dalla stampa che lungo quella strada si era verificata una disgrazia e lui poteva esserne coinvolto. Appena se ne è reso conto, a posteriori, si è quindi recato alla polizia municipale di Cecina, guidata dal comandante Armando Ore, mettendosi a disposizione degli inquirenti, che lo hanno indagato. Archiviato dall’accusa di omicidio stradale, invece, il camionista inizialmente coindagato: è contro il suo mezzo pesante che si è scontrato Ermini, purtroppo deceduto sul colpo nonostante i soccorsi rapidissimi e i tentativi di rianimarlo da parte dei volontari della Pubblica assistenza di Cecina. Ma l’autotrasportatore non aveva alcuna responsabilità, si è semplicemente trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, rispettando ogni regola del codice della strada.
«Non se ne è accorto»
Piccini, già nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, attraverso l’avvocato Massimiliano Ferretti aveva raccontato al Tirreno di non essersi assolutamente accorto di niente. Secondo l’accusa avrebbe sorpassato una fila di mezzi lungo via Po, fra cui l’autocarro: una manovra risultata fatale per il povero Ermini, che con la sua moto si è poi scontrato contro il mezzo pesante.
Chi era la vittima
La compagna e il figlio della vittima si sono costituiti parte civile e sono stati assistiti dall’avvocato piombinese Giuseppe Andrea Critelli. Se si è chiuso il procedimento penale, quello civile non è stato ancora definito ed è quindi ancora aperto. Ermini, originario di Firenze, era molto conosciuto a Piombino (dove aveva lavorato fino alla pensione) mentre nell’ultimo periodo della sua vita si era trasferito a Cecina, in una casa di campagna, dove abitava. Negli ultimi anni del suo percorso lavorativo, prima della pensione, era stato direttore delle imbarcazioni della Cesit, il maxi impianto di mitilicoltura nelle acque del Golfo di Follonica, che ha contribuito a progettare e avviare. Nel suo passato piombinese si era cimentato anche nella produzione di pellet, mentre più recentemente era al timone del "Gulliver", un’imbarcazione di 22 metri con la quale portava in giro subacquei e turisti alla scoperta delle meraviglie sommerse tra la costa tirrenica e l’isola d’Elba. "Ultimo" era il suo soprannome nell’ambiente marittimo lpcaòe.
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