Il Tirreno

Il caso

Bagni vietati alle Spiagge bianche, liquami nel fiume per un guasto a una stalla di Fattorie Toscane: il punto sulle indagini

di Alessandra Bernardeschi e Manolo Morandini

	La foce del Fine alle Spiagge bianche
La foce del Fine alle Spiagge bianche

Un malfunzionamento elettrico nell’allevamento di Santa Luce avrebbe provocato l’inquinamento nel Fine: rilievi della provinciale. Il Comune di Rosignano pronto ad attivare la richiesta danni

21 agosto 2024
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ROSIGNANO. Un guasto elettrico. Questo ci sarebbe l’origine dello sversamento di liquami che dall’allevamento di bovini di Santa Luce, uno di quelli della galassia Fattorie Toscane di Pesce Gloria Azienda Agricola che conta circa 2mila ettari coltivati nella provincia di Pisa e 10mila capi allevati nei tre allevamenti di Santa Luce, Palaia e Pontedera. «In nove anni che operiamo a Santa Luce non era mai accaduta una cosa simile – dicono dall’azienda – . Stiamo facendo le necessarie verifiche affinché non possa ripetersi». Non è dato sapere di più. Quel che è certo a valle dell’allevamento, sulla spiaggia all’altezza della foce del fiume Fine è in vigore un divieto preventivo di balneazione. In quel tratto delle Spiagge Bianche dal 19 agosto per provvedimento del sindaco di Rosignano Claudio Marabotti non si può fare il bagno finché non saranno completate le verifiche di laboratorio sui campioni di acqua di mare prelevati dai tecnici Arpat nella mattinata del 20agosto.

Il divieto di balneazione attorno alla foce del fiume Fine rimarrà attivo ancora per alcuni giorni. Di sicuro per un arco di 48 ore, tante sono necessarie per completare e validare le analisi in laboratorio. I liquami provenienti dall’allevamento situato in via dell’impero nel comune di Santa Luce, a un centinaio di metri dal confine amministrativo con il Comune di Rosignano Marittimo, sono finiti in un fosso campestre che confluisce nel fiume Fine. Dopo l’allarme di ciò che stava accadendo la polizia provinciale, congiuntamente a Rea ed alla squadra di reperibilità del Comune di Rosignano, ha coordinato le operazioni di rimozione dei pesci morti e ha provveduto a far intervenire delle autobotti per la rimozione di gran parte dei liquami che avevano finito per depositarsi in pozze nell’alveo del fiume segnato dalla secca. Inoltre, più a valle, in zona Maccetti, sul fiume Fine sono state posizionate delle panne per trattenere il materiale inquinante e impedirne, quanto più possibile, il deflusso verso il mare. I tecnici del Comune di Rosignano hanno però considerato la possibilità che il flusso del Fine potesse aumentare visti gli eventi atmosferici dei giorni scorsi con abbondanti piogge e che dunque i liquami potessero aver provocato una contaminazione in mare in corrispondenza della foce.

C’è anche un risvolto che va oltre l’emergenza ambientale. Sul luogo dello sversamento, dopo la segnalazione, sono intervenuti, ciascuno per la propria competenza territoriale gli agenti della polizia provinciale di Pisa e di Livorno per eseguire le opportune verifiche e coordinare gli interventi. «Sappiamo che le relazioni verranno consegnate in Procura – dice il vicesindaco di Rosignano Mario Settino – e, una volta fatti tutti gli accertamenti e le valutazioni dovute l’amministrazione comunale di Rosignano potrà procedere con la richiesta danni a tutela dei cittadini e dell’ambiente. Perché di danni – sottolinea – ce ne sono stati».

Anche i tecnici Arpat sono al lavoro per predisporre relazioni sulal scorta dei campionamenti fatti sia nel fiume che a mare. E al lavoro ci sono anche i veterinari dell’Azienda sanitaria che dovranno analizzare gli esemplari di pesce morti per determinarne le cause. Tutte informazioni che in questa fase finiranno sui tavoli delle procure di Livorno e Pisa. E dopo l’esito degli accertamenti circa ciò che è avvenuto da parte degli organi competenti, l’amministrazione comunale di Rosignano valuterà la richiesta danni.

Ieri mattina i tecnici Arpat hanno eseguito campionamenti in mare; campioni di acqua che verranno processati in laboratorio; le analisi richiedono almeno 48 ore di tempo prima di essere validate e quindi, sicuramente, l’ordinanza di divieto di balneazione firmata lunedì 19 agosto dal sindaco Claudio Marabotti, sarà attiva fino al risultati delle analisi.

Un divieto, bene ricordarlo, che non riguarda solo la balneazione ma anche il prelievo di acqua dal Fine a scopi produttivi. Nessuno dunque potrà prelevare acqua dal Fine neppure per irrigare i campi. Un provvedimento preso dopo lo sversamento di liquami provenienti dall’allevamento di Santa Luce. I liquami che sono finiti nel corso hanno provocato un importante moria di pesci.

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